![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
(sesto capitolo)
Parte: 6/8
Fandom: Tsubasa Reservoir Chronicle
Personaggi: Fay D Flourite, Kurogane, Ashura, Yasha-o
Rating: verde per i primi sette capitoli, rosso per gli ultimi due
Genere: fantasy, malinconico, introspettivo, angst
Riassunto: Che cosa hanno fatto Kurogane e Fay per sei mesi nel regno degli Yasha, combattendo ogni notte una battaglia che non era la loro, e aspettando con pazienza (?) il momento in cui avrebbero rivisto Shaoran, Sakura e Mokona?
E soprattutto, che viaggi mentali si sarà fatto Fay in tutto questo tempo visto che, a quanto pare, non conoscendo la lingua non parla con nessuno?!
"Non sapere la lingua è un’ottima ragione per non dover parlare. E non parlare è un sollievo, significa: niente più bugie, nessuna stupida frase di scusa da dover inventare sul momento..."
Note: what if...?
Pubblicato il 30.12.08 su EFP (VI capitolo: link)
Capitolo VI
Kurogane incitò il cavallo alla massima velocità, ma i demoni scimmia correvano molto più veloci.
Si lasciarono alle spalle le ultime case, tra le urla di diversi abitanti che si erano affacciati a veder cos'era tutto quel trambusto. Ben presto, fu circondato dagli alberi, e gli oni scomparvero tra i rami e i tronchi.
Kurogane arrestò la corsa del cavallo. I mostri erano spariti alla sua vista, ma lui sentiva che avevano smesso di scappare. Bene. Era lo scontro diretto, che cercava.
Non ci misero molto, infatti, a ricomparire: le zanne giallastre snudate, e gli occhi che brillavano nella semioscurità della foresta al tramonto.
Alcuni si affacciarono dai rami degli alberi, altri sbucarono dai cespugli del sottobosco, accerchiandolo.
Kurogane scese dal cavallo sogghignando, e rinsaldando la presa sulla katana, pronto.
Quando il primo oni gli si avventò addosso, la lama di freddo metallo, già sporca di sangue, era lì ad aspettarlo.
Per nulla intimoriti dai guaiti del compagno ferito e gettato a terra, gli altri oni aggredirono il guerriero senza indugio. Kurogane roteava e affondava la Sohi senza sosta, e il mantello e l'armatura furono presto coperti di sangue. Ma le ferite e i colpi ricevuti non bastavano a scoraggiare i demoni, che, anche morenti, continuavano a saltargli addosso. Impegnato ad affrontarne due di fronte a lui, il ninja sentì che un altro gli si era arrampicato sul mantello, alle spalle.
Un momento prima che riuscisse a girarsi per affrontarlo, sentì che il peso dell'oni spariva improvvisamente dalla sua schiena.
"Hyuu!" salutò Fay affiancandoglisi "Eri un po' nervoso, Kurorin? Stai sfogando il tuo stress in eccesso?"
Kurogane grugnì, mentre con un colpo della Sohi faceva volare uno dei mostri tra gli alberi attorno.
"Non è per annoiarti, ma il capo ci ha appena ricordato che non dobbiamo cercare di farci ammazzare… oltretutto, il resto dell'esercito starà partendo per il castello della luna! E noi stiamo ancora qui a dare la caccia agli oni…" mentre parlava, Fay si liberò di entrambi i demoni che lo avevano attaccato.
"…ma perché caspita parli così tanto, si può sapere?!"
"…sarà ancora l'effetto dell'incantesimo, Kurosama!"
Ancora un paio di colpi, e improvvisamente si ritrovarono soli tra gli alberi, circondati dai cadaveri degli oni che avevano sconfitto. Tracce di sangue mostravano dove quelli feriti si erano ritirati, scappando dallo scontro.
In silenzio, Kurogane pulì la lama della katana e la infilò nel fodero.
Risalirono in sella ai cavalli e si affrettarono ad uscire dal folto degli alberi. Una volta calato il sole, la foresta era tutto fuorché un posto raccomandabile.
Il cielo cominciava a tingersi di un freddo color lavanda. Alcuni soldati di guardia al perimetro della città corsero loro incontro, vedendoli tornare.
Dopotutto, se l'erano sbrigata in poco tempo.
Restituirono i cavalli e tornarono a casa. Era troppo tardi per unirsi alla battaglia al castello sulla luna. Probabilmente, si sarebbero meritati una seconda lavata di capo da parte di Yasha-o, il giorno seguente.
A casa, Fay decise che, se dovevano passare la notte lontani dagli scontri, valeva la pena di dedicarsi a qualche faccenda domestica.
Del resto, i vestiti di Kurogane erano intrisi del sangue degli oni, e i suoi non erano meno sporchi. La notte era serena e tirava un po' di venticello… non ci avrebbero messo molto, ad asciugarsi.
"Kurotan! Dammi i vestiti, che li lavo." Disse, facendo irruzione nella stanza del ninja. In tutta risposta, questo borbottò qualcosa che doveva essere un assenso.
Mentre aspettava che si cambiasse, Fay ripensò a quanto successo.
Avevano già assistito a qualche incursione degli oni tra le case della città: guardie e soldati, in genere, si limitavano a scacciare i mostri e rimandarli da dove venivano, ma difficilmente li inseguivano fin dentro la foresta, che era loro territorio.
Al contrario, Kurogane sembrava essersi divertito.
"Certo che detesti veramente gli oni, Kurosama." Commentò.
Dall'altra parte della tenda non provenne alcuna risposta. Qualche momento dopo, Kurogane la scostò e depositò un mucchio di vestiti sporchi tra le braccia di Fay.
"E' perché anche il mondo da cui vieni ne è pieno, vero?"
Il ninja osservò il mago a braccia incrociate. Incantesimo o meno, sembrava che quella sera volesse rifarsi dei precedenti mesi di mutismo. O forse, si sentiva ancora in colpa per quanto accaduto la notte precedente.
In ogni caso, Kurogane gli rispose. Chissà, pensò fugacemente tra sé e sé, se magari quella non fosse la volta buona per instaurare una conversazione vera con l'altro.
"Gli oni del mio paese si comportano proprio come questi. Attaccano i villaggi e le persone. C'è bisogno di guerrieri che proteggano la gente."
"Ah ah, scommetto che Kuropon ha sconfitto tanti di quegli oni da averne perso il conto!"
"Tsk, sarebbe tutto più facile se i nemici della principessa fossero solamente oni!"
"Beh, ma Kurorin è così forte che può sconfiggere qualsiasi avversario! Chissà chi è stato ad insegnargli così bene!" esclamò Fay impilando i suoi vestiti sopra quelli del ninja.
"Mio padre." fu la secca risposta.
Fay gli lanciò un’occhiata maliziosa “Ah, beh, immagino che tenere a bada gli oni fosse nulla, rispetto al dover tenere a bada te! Scommetto che eri un gran discolo, da bambino!”
Kurogane lo fulminò con lo sguardo.
“Ma immagino anche che doveva essere un guerriero davvero incredibile, per averti insegnato tutte queste tecniche.”
Il ninja osservò il buio che copriva il cielo, fuori dalla piccola finestra della sua stanza. In notti come quella, così chiare, suo padre non disdegnava qualche battuta di caccia nei territori di Suwa. "Difficilmente avresti trovato qualcuno più esperto e abile di lui nel combattere gli oni. Eppure, alla fine hanno vinto loro."
Entrambi tacquero. Fay si mise a lisciare le pieghe degli abiti che aveva in mano, ma un attimo dopo si rese conto che era perfettamente inutile, visto che avrebbe dovuto lavarli.
"Beh… io non ricordo nemmeno più il volto di mio padre." Commentò.
Kurogane alzò un sopracciglio, sempre a braccia incrociate.
Fay rispose con una scrollata di spalle. Sapeva bene che, parlando con il ninja, non si potevano lasciare troppe cose non dette, nel momento in cui si iniziava un racconto.
"E' morto quando io ero molto piccolo – disse Fay come per scusarsi – ma di malattia Nel mio mondo non c'erano bestie feroci o demoni mostruosi." sorrise.
Kurogane rimase appoggiato alla parete, aspettando un seguito, ma non ce ne furono.
"A dire il vero, l'unico pericolo erano gli esseri umani. Quelli sì che potevano diventare peggio degli oni." Aggiunse soltanto il mago, tirando fuori un catino da sopra una credenza. Vi mise dentro i vestiti e uscì, diretto al pozzo sul retro della casa.
Mentre riempiva il catino, Fay si perse per un attimo nelle increspature dell'acqua, che riflettevano la luce della luna.
Se gli oni meritavano di morire perché avevano ucciso il padre di Kurogane, lui, che era l'assassino dei suoi stessi genitori, non meritava forse una fine peggiore?
…ma lo sapeva, che non poteva ancora morire… che non mancava molto al momento in cui Shaoran e Sakura li avrebbero raggiunti in quel mondo.
E fino a quel momento, poteva vivere per guardare le spalle a Kurogane.
Immerso fino ai gomiti nell'acqua e sapone, gli venne da ridere. Beh, proteggere era decisamente una parola troppo grossa, per uno come lui…. E parlando di un tipo forte e deciso come Kurosama, poi…
…ma in fondo, una mano si era dimostrato in grado di potergliela dare, no?
Fay andò avanti a strofinare il tessuto. Era la prima volta che faceva il bucato di notte, alla luce della luna. Almeno, il buio gli impediva di vedere l'acqua del catino diventare rossa del sangue che stava lavando via.
>>> <<<
Erano passate diverse settimane dall'episodio degli oni, e, finalmente, quella sera sarebbe stata luna nuova.
Cosa di cui, in quel momento, Kurogane era tutt'altro che felice.
Quando, poco dopo, si ritrovò seduto su una sedia, con Fay che armeggiava alle sue spalle con quella che sembrava una specie di inquietante cesoia, il ninja tornò a chiedersi perché mai aveva ceduto.
"Wah, che cattivo! - Fay lo fece voltare di nuovo – Dovresti cercare di rilassarti, oggi!" disse, massaggiandogli la base del collo.
Ma nonostante il tono brusco, sotto le dita Fay sentì i muscoli del ninja ammorbidirsi.
Kurogane non disse nulla. Le mani di Fay scesero a massaggiargli le scapole. Certo che le sue spalle erano davvero larghe…
Alzò gli occhi e si vide riflesso nello specchio che aveva poggiato davanti a Kurogane. Il ninja lo osservava nel vetro, con uno sguardo indecifrabile nelle iridi scure.
"Non avevi detto che sarebbe stato meglio essere contenti, oggi?"
"Beh, ma certo! – si riscosse Fay, sorridendogli attraverso lo specchio – Dunque, vediamo un po'…" gli passò una mano tra i capelli e cominciò a tagliarglieli.
Non ci mise molto, e alla fine prese un pettine di legno per sistemarglieli.