lontano_lontano (
lontano_lontano) wrote2009-05-17 09:33 pm
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My freedom
Titolo: My freedom
Fandom: Merlin
Parti: 1/3, 2/3, 3/3 (su tre prompt, sono tre brevi capitoli - postati assieme vista la lunghezza.)
Rating: PG
Genere: introspettivo, fantasy
Personaggi: Merlin, Arthur, uno spirito del mare
Summary: l'incontro e il dialogo con uno spirito magico lasciano più quesiti irrisolti che chiarificazioni nella mente di Merlin.. ma c'è sem
Conteggio parole: 2523 (Word - prompts compresi)
Disclaimer: nah, nè Merlin nè Arthur non sono miei. Lo spirito.. mah! XD I versi delle canzoni sono tutti dei Sonata Arctica.
Note: scritta per il challenge Swords & Spells
Commenti:Questo è quanto accade a frequentare il corso di antropologia giuridica... non c'è un vero finale, naturalmente. Sono più che altro riflessioni, in attesa di vedere cosa accadrà ai nostri eroi nella prossima serie...
♠ ♠ ♠
I.
Are you ready to walk the forbidden road
learn again what we tried to forget…*
La scogliera lungo la quale stavano cavalcando si dipanava in un saliscendi di rocce bianche e ciuffi di piante scarmigliate dal vento, mentre, svariati metri sotto di loro, le onde si abbattevano con forza sugli scogli.
Arthur e Merlin si guardavano intorno, ammirando il paesaggio, galvanizzati dal profumo inebriante dell’aria marina e dal cielo di un azzurro accecante.
Le rocce erano ripide, ma il principe non smetteva di percorrere con lo sguardo i bordi del sentiero alla ricerca di un punto che permettesse loro di scendere e di avvicinarsi all’acqua.
Dopo qualche tempo, fermò il cavallo e smontò di sella, osservando l’erta discesa che portava a una piccola spiaggia di ciottoli, incuneata tra gli scogli.
“Io scendo di qua.” affermò laconico, un momento prima di avviarsi.
“Ma è troppo ripido! Perché non andiamo ancora avanti?” protestò Merlin.
“Lega i cavalli e raggiungimi!” fu la secca risposta.
Merlin sbuffò.
Per qualche attimo, rimase in sella a braccia conserte, facendo il broncio. Ma si rese conto che era perfettamente inutile – Arthur non poteva vederlo – quindi smontò a sua volta e si diede da fare per sistemare i cavalli.
Una volta che ebbe finito, intraprese con calma la discesa della scogliera. Quello scemo del principe lo poteva benissimo aspettare.
Ma a metà strada, vide qualcosa che gli fece repentinamente cambiare idea.
Sopra Arthur – riverso a terra, immobile, forse svenuto – stava un’onda. Beh, qualcosa che somigliava ad un’onda. Un’onda che galleggiava nell’aria, a poca distanza dal principe… l’acqua sembrava essersi condensata fino a prendere sembianze semiumane. I capelli dell’essere erano bianchi come la cresta dell’onda, e si muovevano seguendo lo stesso ritmo della risacca.
“Fermati! – gridò Merlin, rischiando di sbilanciarsi e di cadere – Che cosa gli stati facendo?!”
La creatura sollevò lo sguardo verso di lui. Aveva un volto minuto, femminile, contornato da spruzzi di schiuma, e atteggiò la bocca dalla labbra evanescenti un sorriso birichino.
“Gli sto solo parlando.. in sogno. I sogni sono i luoghi migliori per affrontare certe verità scomode ed uscirne puliti, in un certo senso.”
Merlin corse verso di loro, inginocchiandosi vicino ad Arthur. Il principe sembrava beatamente addormentato, le guance lievemente arrossate dalla brezza salmastra.
L’essere marino fissò sul giovane i suoi enormi occhi turchesi, dalle iridi limpide e trasparenti come l’acqua del mare.
“Oh, sei tu. L’umano che si dedica a riscoprire i misteri che il vostro re Uther tenta con tanta fatica di farvi dimenticare…”
Merlin ricambiò il suo sguardo, a metà tra lo sfrontato e il diffidente
“Sono solo il servitore del principe di Camelot.”
Lo spirito marino guardò il ragazzo con un’espressione ambigua sul suo volto semitrasparente.
“Solo il servitore del principe, eh? E’ un’interessante prerogativa di voi umani, riuscire a vedere il mondo esattamente come vi viene detto che esso appare…
Tu sei un umile servitore nella stessa misura in cui io potrei diventare … non so… una delle schiave addette alle cucine di palazzo… - replicò, ironica - E da dove ti verrebbe questa nobile qualifica, mh?”
Merlin strinse a sé Arthur, sulla difensiva.
“Sono il suo servitore perché il re Uther così ha comandato…”
La creatura rise. Una risata che si confondeva con il rumore del frangersi delle onde sugli scogli. O che forse ne era l’eco stessa.
“E così, il tuo essere è comandato dalle parole di un uomo?
Oh certo, egli è il sovrano. Con la sua parola può decidere della vita e della morte, non è così? Una sua parola, e perfino tu ti pieghi al suo volere… tu, che sei così potente, cedi alla volontà di un essere mortale e privo di qualsiasi forza magica…”
“Non ha senso che io mi opponga alla sua volontà. E’ il re, e la sua volontà va rispettata, così come le sue leggi..”
“Le sue leggi che non sono altro che le parole di un mortale… un mortale esattamente come gli altri. Il fatto che il re ti chiami servitore non modifica la tua essenza.
Credi forse che le leggi di Uther abbiano modificato la realtà? Che quel che esiste si adegui chinando il capo alle parole del sovrano di una città fortificata? Sai bene che non è così…
Anche se questo è il regno di Uther, su questa terra esistono leggi immutabili che governano il mondo da molto prima che lui vi facesse la sua comparsa. Le sue parole umane non hanno il potere di modificarle.
Tu lo capisci, perché sei tu stesso parte di questo mondo.. anche tu sei un fuorilegge, qui, non è così? Eppure sai di essere innocuo.. sai che nessuno ha paura di te, così come appari. Ma se dovessero scoprire chi sei, tutto cambierebbe. Non è di te che hanno paura, ma del potere selvaggio che ti porti dentro. Sanno di non poterlo sopraffare, perché sfugge alla loro comprensione. E per questo è certamente malvagio, va temuto e represso.
Non sarà un destino tanto diverso dal nostro, il tuo, giovane mago… non se le cose continuano così.”
“Se le leggi di Uther non sono che cose umane e futili, non vedo che tipo di problemi vi possano causare. Ignoratele. Distruggete tutto. Se gli uomini sono così insulsi…”
“Pensi che siamo davvero come Uther ci descrive? Esseri spietati il cui unico scopo è nuocere a voi umani? Che cosa ricaveremmo mai, noi, dalla distruzione del vostro mondo? Solo di meritarci il vostro odio… ma non è questo che vogliamo.
Gli uomini imitano ed ubbidiscono agli ordini di chi li comanda. Finché chi comanda ci odia, tutti ci odieranno. E l’unico modo per cambiare le cose sarà far sì che colui che comanda ci comprenda.”
“Arthur è fedele all’insegnamento di suo padre… lui… non so quanto sia incline a.. comprendere certe cose.” per un attimo, la sicurezza di Merlin sembrò vacillare.
“Oh, ma tu hai fiducia in lui, non è così?”
“Certamente.”
“Vedrai che anche lui ne avrà in te, e dopo di lui, tutti i sudditi del regno di Camelot venereranno le tue parole, poiché capiranno che tu solo possiedi la capacità di rapportarti a noi… tu, come esponente umano del popolo del soprannaturale, che consigli e guidi nelle sue scelte il prossimo sovrano di queste terre.”
“…io non ho in programma nulla del genere.”
Lo spirito gli si avvicinò, ondeggiando nel vento, e alcune gocce di acqua salata bagnarono il volto di Merlin
“Ma tu non abbandonerai mai il suo fianco… e seguirai il suo fato, perché il suo destino e il tuo sono una cosa sola. Sarà con te che Arthur ripercorrerà quel cammino che suo padre ha pensato di poter cancellare… la strada che ha proibito…” il volto della creatura si illuminò di un sorriso quasi materno, di chi sa già e non vuole dire.
“Addio, giovane mago. E non temere per il tuo principe, tra poco si ridesterà.”
Sorrise di nuovo, e poi improvvisamente venne avvolta da un turbine di vento, mentre un’onda più grossa delle altre andava a infrangersi sugli scogli. Merlin socchiuse gli occhi, mentre schizzi di schiuma gli bagnavano il volto, e quando li riaprì, lo spirito era svanito.
♠ ♠ ♠
II.
The dream is alive
with the moon on the hills every night
run around and see another side of the dream
freedom has a meaning for me.. **
Le colline erano di un verdazzurro pallido, alla luce della luna.
Invischiati nei rami degli alberi che punteggiavano il paesaggio, piccoli sbuffi di nebbia fremevano per liberarsi e farsi trasportare via dal vento.
Arthur sentiva freddo, ma era una sensazione distante, ovattata. Era tutto occhi, a cogliere ogni minimo movimento tre le eriche e i cespugli mossi dalla brezza.
C’erano delle luci, in mezzo alle piante.
Inizialmente, aveva pensato che poteva trattarsi di lucciole… ma quei bagliori non pulsavano, erano fissi, e si muovevano come strisciando rasoterra. Erano luci di colori freddi, cangianti dall’azzurro al viola pallido.
Arthur non aveva mai visto nulla del genere, ma non era spaventato.
Come il freddo, anche la paura sembrava attanagliargli il cuore… ma era una paura distante, che apparteneva a un parte di se stesso a cui lui non dava ascolto.
Il principe di Camelot non temeva la stregoneria.
Le luci cominciarono improvvisamente a danzargli attorno. Dapprima distanti, si avvicinarono rapide, fluttuando vorticosamente in cerchi sempre più stretti, rendendo impossibile perfino seguirle con lo sguardo. Ad un tratto, si condensarono in un turbine di fronte a lui, una piccola tempesta di neve luminescente che pian piano cominciò a solidificarsi in una forma.
…una forma umana. E più i suoi contorni venivano definendosi, più Arthur si rendeva conto che si trattava di qualcuno che lui conosceva molto bene.
Un momento ancora, e davanti a lui stava Merlin. O qualcosa che ci assomigliava molto.
Da tutto il suo corpo emanava un tenue bagliore di luce calda, e i suoi occhi dorati sembravano due stelle, luminosi come astri sul volto senza espressione.
“Non rimarrà imprigionato per sempre.” gli sussurrò una voce all’orecchio.
Arthur fece per voltarsi di scatto, a vedere chi fosse stato a parlare, ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quello di Merlin.
“E tu guadagnerai la libertà assieme a lui, dandogliela.”
Una mano, fresca e umida, gli sfiorò il collo in una carezza leggera. Era un contatto gentile, ma Arthur rabbrividì.
“Se così non sarà, saremo noi a venire a prenderlo. E non sarà qualcosa a cui Camelot assisterà volentieri.”
La voce svanì, confondendosi nello stormire delle piante. In effetti, non era mai stata davvero distinta dal sussurro del vento.
Improvvisamente, il bagliore che aveva illuminato Merlin svanì, e il ragazzo cadde a terra.
Arthur scattò istintivamente avanti, afferrandolo.
Il corpo del ragazzo era appena tiepido, e il principe lo strinse convulsamente, come a voler trattenere quel calore che stava rapidamente scemando.
“Arthur…”
A sentire la sua voce, il giovane allentò l’abbraccio. Merlin gli aveva toccato il braccio, sembrava volergli parlare.
“…Arthur?”
Arthur spalancò gli occhi, ritrovandosi davanti il volto di Merlin.
Non sembrava luminescente, né sul punto di svenire. Aveva un’espressione preoccupata, invece.
“Come state?”
Il principe si guardò intorno. Sentiva il rumore delle onde a poca distanza, e la roccia dura, sotto di sé. Si mise a sedere con cautela; si trovavano ancora sulla spiaggia, e il vento trasportava fino a loro qualche sottile spruzzo di schiuma.
“Che diamine è successo?”
“Non ne ho idea. Sono sceso dopo di voi… e vi ho trovato qui svenuto. Forse siete scivolato su uno scoglio bagnato e avete sbattuto la testa.”
Arthur si guardò intorno, gli occhi socchiusi, feriti dalla luminosità del cielo.
Che fosse andata così? Non riusciva a ricordare nulla, a parte che aveva deciso di scendere verso quella spiaggia.
Le immagini del sogno – un sogno così strano – gli vorticavano ancora nella mente, annebbiandogli i pensieri.
“Merlin…”
L’altro gli si avvicinò, sempre preoccupato.
“…ti consideri mio prigioniero? Prigioniero, al castello di Camelot?”
Merlin fece tanto d’occhi, senza sapere cosa dire, ma Arthur proseguì.
“Ho fatto un sogno, adesso. E nel sogno, qualcuno mi ha detto di renderti la libertà… mi chiedo se sia un compito così gravoso, lo starmi accanto come servitore, allora…”
Parlando, il principe si prese la testa tra le mani. Il significato di quel che aveva sognato gli era oscuro, eppure lo opprimeva.
Improvvisamente si alzò.
“Lascia perdere, sto straparlando.” disse, avviandosi verso il mare per sciacquarsi la faccia.
“Arthur… la mia libertà non ha senso, se non è condivisa con voi.” gli rispose a mezza voce Merlin, sincero.
Il principe si fermò, e dopo un istante annuì, sorridendogli.
♠ ♠ ♠
III.
Across the sea
I hear you calling me
for the sake of revenge you command me
this ain’t over
no, it’s never over ***
Mentre Arthur riposava accanto a lui, non ancora ripresosi del tutto dall’incidente, Merlin osservava il mare dov’era sparito lo spirito con cui aveva parlato.
Non che la creatura gli avesse detto niente che lui già non sapeva.
Il tuo destino è stare accanto ad Arthur.
Era difficile comprendere cosa significasse davvero avere un destino, per Merlin.
Era cresciuto in un villaggio di campagna. Per anni, i suoi unici pensieri erano stati i problemi del raccolto, le feste di primavera, il tiro con l’arco assieme ai suoi amici, e… beh, sì. Il piccolo inconveniente del dover nascondere i suoi poteri magici. Eppure, quei poteri erano qualcosa di superfluo, quasi.
Certo, potevano tornare utili, quelle rare volte in cui poteva usarli lontano da occhi indiscreti, per semplificarsi un tantino la vita.
Ma non erano che qualcosa in più, un piccolo e spesso fastidioso particolare che non cambiava quello che lui doveva essere, ovvero semplicemente Merlin, un ragazzo di campagna come tanti altri.
Ora, se fosse stato di indole più riflessiva ed introversa, forse il suo animo sarebbe stato molto più tormentato a causa di quel segreto che doveva nascondere. Avrebbe potuto passare intere nottate ad osservare il soffitto buio della stanza in cui dormiva, chiedendosi perché mai era nato diverso dagli altri, perché mai doveva fingere di essere quel che non era.
Ma la vita di campagna era una vita pragmatica, ed il suo piccolo mistero non gli impediva affatto di viverla appieno; con una madre affettuosa e un amico fidato con cui condividere il suo segreto, Merlin non poteva certo dirsi infelice. Né mai si era posto il problema di chiedersi cosa fosse, per lui, la felicità.
Poi, Camelot.
Di nuovo, da ragazzo di campagna qual era, lo aveva eccitato l’idea di andare a vivere in un posto simile. Una grande città, la capitale di un regno!
…beh, certo, la prima impressione che ne aveva avuto non era stata proprio delle migliori, ma…
Insomma, la sua vita era filata liscia fino a quando non aveva incontrato il Drago.
Una cosa era sapere di possedere poteri anormali e tentare, per proprio conto, di risolvere il problema, ma tutt’altra faccenda era scoprire che quegli stessi poteri fossero solo l’accessorio di una grana molto più grossa, che si chiamava “destino”.
Merlin non era stato addestrato da cavaliere. Non era cresciuto con le orecchie infarcite di paroloni come “onore”, “fedeltà”, “dovere”.
Non avrebbe mai servito un ideale astratto, per il solo motivo che era suo dovere comportarsi così.
Il tuo destino è stare accanto ad Arthur. Stare accanto a lui, finchè non sarà giunto il momento…
Momento di cosa, esattamente? Sembrava che tutti nutrissero grandi aspettative, a riguardo.
Il Drago stesso, sembrava contare su di lui e sui suoi poteri, per tornare alla libertà.
Ma Merlin, in tutta onestà, non aveva davvero idea del proprio compito. D’altrocanto, che cos’era che volevano il Drago e gli altri spiriti? Vendetta, per la prigionia e la persecuzione a cui erano stati sottoposti? Ma la vendetta non poteva portare a nulla di buono… la vendetta avrebbe solo innescato un circolo vizioso, e gli esseri umani avrebbero continuato a odiare gli esseri magici, per sempre.
Merlin non voleva essere parte di tutto questo. Era questa, la vera prigionia, sapere di dover andare incontro ad un destino a lui sconosciuto eppure certo.
Ma se c’era un libertà, era quella della sua scelta di stare accanto ad Arthur. Quella scelta che compiva perché era il suo cuore stesso a rendergliela obbligata.
♠ ♠ ♠
*= "Ain't your fairytale" - Sonata Arctica
**= "The cage" - Sonata Arctica
***= "For the sake of revenge" - Sonata Arctica
Fandom: Merlin
Parti: 1/3, 2/3, 3/3 (su tre prompt, sono tre brevi capitoli - postati assieme vista la lunghezza.)
Rating: PG
Genere: introspettivo, fantasy
Personaggi: Merlin, Arthur, uno spirito del mare
Summary: l'incontro e il dialogo con uno spirito magico lasciano più quesiti irrisolti che chiarificazioni nella mente di Merlin.. ma c'è sem
Conteggio parole: 2523 (Word - prompts compresi)
Disclaimer: nah, nè Merlin nè Arthur non sono miei. Lo spirito.. mah! XD I versi delle canzoni sono tutti dei Sonata Arctica.
Note: scritta per il challenge Swords & Spells
Commenti:
♠ ♠ ♠
I.
Are you ready to walk the forbidden road
learn again what we tried to forget…*
La scogliera lungo la quale stavano cavalcando si dipanava in un saliscendi di rocce bianche e ciuffi di piante scarmigliate dal vento, mentre, svariati metri sotto di loro, le onde si abbattevano con forza sugli scogli.
Arthur e Merlin si guardavano intorno, ammirando il paesaggio, galvanizzati dal profumo inebriante dell’aria marina e dal cielo di un azzurro accecante.
Le rocce erano ripide, ma il principe non smetteva di percorrere con lo sguardo i bordi del sentiero alla ricerca di un punto che permettesse loro di scendere e di avvicinarsi all’acqua.
Dopo qualche tempo, fermò il cavallo e smontò di sella, osservando l’erta discesa che portava a una piccola spiaggia di ciottoli, incuneata tra gli scogli.
“Io scendo di qua.” affermò laconico, un momento prima di avviarsi.
“Ma è troppo ripido! Perché non andiamo ancora avanti?” protestò Merlin.
“Lega i cavalli e raggiungimi!” fu la secca risposta.
Merlin sbuffò.
Per qualche attimo, rimase in sella a braccia conserte, facendo il broncio. Ma si rese conto che era perfettamente inutile – Arthur non poteva vederlo – quindi smontò a sua volta e si diede da fare per sistemare i cavalli.
Una volta che ebbe finito, intraprese con calma la discesa della scogliera. Quello scemo del principe lo poteva benissimo aspettare.
Ma a metà strada, vide qualcosa che gli fece repentinamente cambiare idea.
Sopra Arthur – riverso a terra, immobile, forse svenuto – stava un’onda. Beh, qualcosa che somigliava ad un’onda. Un’onda che galleggiava nell’aria, a poca distanza dal principe… l’acqua sembrava essersi condensata fino a prendere sembianze semiumane. I capelli dell’essere erano bianchi come la cresta dell’onda, e si muovevano seguendo lo stesso ritmo della risacca.
“Fermati! – gridò Merlin, rischiando di sbilanciarsi e di cadere – Che cosa gli stati facendo?!”
La creatura sollevò lo sguardo verso di lui. Aveva un volto minuto, femminile, contornato da spruzzi di schiuma, e atteggiò la bocca dalla labbra evanescenti un sorriso birichino.
“Gli sto solo parlando.. in sogno. I sogni sono i luoghi migliori per affrontare certe verità scomode ed uscirne puliti, in un certo senso.”
Merlin corse verso di loro, inginocchiandosi vicino ad Arthur. Il principe sembrava beatamente addormentato, le guance lievemente arrossate dalla brezza salmastra.
L’essere marino fissò sul giovane i suoi enormi occhi turchesi, dalle iridi limpide e trasparenti come l’acqua del mare.
“Oh, sei tu. L’umano che si dedica a riscoprire i misteri che il vostro re Uther tenta con tanta fatica di farvi dimenticare…”
Merlin ricambiò il suo sguardo, a metà tra lo sfrontato e il diffidente
“Sono solo il servitore del principe di Camelot.”
Lo spirito marino guardò il ragazzo con un’espressione ambigua sul suo volto semitrasparente.
“Solo il servitore del principe, eh? E’ un’interessante prerogativa di voi umani, riuscire a vedere il mondo esattamente come vi viene detto che esso appare…
Tu sei un umile servitore nella stessa misura in cui io potrei diventare … non so… una delle schiave addette alle cucine di palazzo… - replicò, ironica - E da dove ti verrebbe questa nobile qualifica, mh?”
Merlin strinse a sé Arthur, sulla difensiva.
“Sono il suo servitore perché il re Uther così ha comandato…”
La creatura rise. Una risata che si confondeva con il rumore del frangersi delle onde sugli scogli. O che forse ne era l’eco stessa.
“E così, il tuo essere è comandato dalle parole di un uomo?
Oh certo, egli è il sovrano. Con la sua parola può decidere della vita e della morte, non è così? Una sua parola, e perfino tu ti pieghi al suo volere… tu, che sei così potente, cedi alla volontà di un essere mortale e privo di qualsiasi forza magica…”
“Non ha senso che io mi opponga alla sua volontà. E’ il re, e la sua volontà va rispettata, così come le sue leggi..”
“Le sue leggi che non sono altro che le parole di un mortale… un mortale esattamente come gli altri. Il fatto che il re ti chiami servitore non modifica la tua essenza.
Credi forse che le leggi di Uther abbiano modificato la realtà? Che quel che esiste si adegui chinando il capo alle parole del sovrano di una città fortificata? Sai bene che non è così…
Anche se questo è il regno di Uther, su questa terra esistono leggi immutabili che governano il mondo da molto prima che lui vi facesse la sua comparsa. Le sue parole umane non hanno il potere di modificarle.
Tu lo capisci, perché sei tu stesso parte di questo mondo.. anche tu sei un fuorilegge, qui, non è così? Eppure sai di essere innocuo.. sai che nessuno ha paura di te, così come appari. Ma se dovessero scoprire chi sei, tutto cambierebbe. Non è di te che hanno paura, ma del potere selvaggio che ti porti dentro. Sanno di non poterlo sopraffare, perché sfugge alla loro comprensione. E per questo è certamente malvagio, va temuto e represso.
Non sarà un destino tanto diverso dal nostro, il tuo, giovane mago… non se le cose continuano così.”
“Se le leggi di Uther non sono che cose umane e futili, non vedo che tipo di problemi vi possano causare. Ignoratele. Distruggete tutto. Se gli uomini sono così insulsi…”
“Pensi che siamo davvero come Uther ci descrive? Esseri spietati il cui unico scopo è nuocere a voi umani? Che cosa ricaveremmo mai, noi, dalla distruzione del vostro mondo? Solo di meritarci il vostro odio… ma non è questo che vogliamo.
Gli uomini imitano ed ubbidiscono agli ordini di chi li comanda. Finché chi comanda ci odia, tutti ci odieranno. E l’unico modo per cambiare le cose sarà far sì che colui che comanda ci comprenda.”
“Arthur è fedele all’insegnamento di suo padre… lui… non so quanto sia incline a.. comprendere certe cose.” per un attimo, la sicurezza di Merlin sembrò vacillare.
“Oh, ma tu hai fiducia in lui, non è così?”
“Certamente.”
“Vedrai che anche lui ne avrà in te, e dopo di lui, tutti i sudditi del regno di Camelot venereranno le tue parole, poiché capiranno che tu solo possiedi la capacità di rapportarti a noi… tu, come esponente umano del popolo del soprannaturale, che consigli e guidi nelle sue scelte il prossimo sovrano di queste terre.”
“…io non ho in programma nulla del genere.”
Lo spirito gli si avvicinò, ondeggiando nel vento, e alcune gocce di acqua salata bagnarono il volto di Merlin
“Ma tu non abbandonerai mai il suo fianco… e seguirai il suo fato, perché il suo destino e il tuo sono una cosa sola. Sarà con te che Arthur ripercorrerà quel cammino che suo padre ha pensato di poter cancellare… la strada che ha proibito…” il volto della creatura si illuminò di un sorriso quasi materno, di chi sa già e non vuole dire.
“Addio, giovane mago. E non temere per il tuo principe, tra poco si ridesterà.”
Sorrise di nuovo, e poi improvvisamente venne avvolta da un turbine di vento, mentre un’onda più grossa delle altre andava a infrangersi sugli scogli. Merlin socchiuse gli occhi, mentre schizzi di schiuma gli bagnavano il volto, e quando li riaprì, lo spirito era svanito.
♠ ♠ ♠
II.
The dream is alive
with the moon on the hills every night
run around and see another side of the dream
freedom has a meaning for me.. **
Le colline erano di un verdazzurro pallido, alla luce della luna.
Invischiati nei rami degli alberi che punteggiavano il paesaggio, piccoli sbuffi di nebbia fremevano per liberarsi e farsi trasportare via dal vento.
Arthur sentiva freddo, ma era una sensazione distante, ovattata. Era tutto occhi, a cogliere ogni minimo movimento tre le eriche e i cespugli mossi dalla brezza.
C’erano delle luci, in mezzo alle piante.
Inizialmente, aveva pensato che poteva trattarsi di lucciole… ma quei bagliori non pulsavano, erano fissi, e si muovevano come strisciando rasoterra. Erano luci di colori freddi, cangianti dall’azzurro al viola pallido.
Arthur non aveva mai visto nulla del genere, ma non era spaventato.
Come il freddo, anche la paura sembrava attanagliargli il cuore… ma era una paura distante, che apparteneva a un parte di se stesso a cui lui non dava ascolto.
Il principe di Camelot non temeva la stregoneria.
Le luci cominciarono improvvisamente a danzargli attorno. Dapprima distanti, si avvicinarono rapide, fluttuando vorticosamente in cerchi sempre più stretti, rendendo impossibile perfino seguirle con lo sguardo. Ad un tratto, si condensarono in un turbine di fronte a lui, una piccola tempesta di neve luminescente che pian piano cominciò a solidificarsi in una forma.
…una forma umana. E più i suoi contorni venivano definendosi, più Arthur si rendeva conto che si trattava di qualcuno che lui conosceva molto bene.
Un momento ancora, e davanti a lui stava Merlin. O qualcosa che ci assomigliava molto.
Da tutto il suo corpo emanava un tenue bagliore di luce calda, e i suoi occhi dorati sembravano due stelle, luminosi come astri sul volto senza espressione.
“Non rimarrà imprigionato per sempre.” gli sussurrò una voce all’orecchio.
Arthur fece per voltarsi di scatto, a vedere chi fosse stato a parlare, ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quello di Merlin.
“E tu guadagnerai la libertà assieme a lui, dandogliela.”
Una mano, fresca e umida, gli sfiorò il collo in una carezza leggera. Era un contatto gentile, ma Arthur rabbrividì.
“Se così non sarà, saremo noi a venire a prenderlo. E non sarà qualcosa a cui Camelot assisterà volentieri.”
La voce svanì, confondendosi nello stormire delle piante. In effetti, non era mai stata davvero distinta dal sussurro del vento.
Improvvisamente, il bagliore che aveva illuminato Merlin svanì, e il ragazzo cadde a terra.
Arthur scattò istintivamente avanti, afferrandolo.
Il corpo del ragazzo era appena tiepido, e il principe lo strinse convulsamente, come a voler trattenere quel calore che stava rapidamente scemando.
“Arthur…”
A sentire la sua voce, il giovane allentò l’abbraccio. Merlin gli aveva toccato il braccio, sembrava volergli parlare.
“…Arthur?”
Arthur spalancò gli occhi, ritrovandosi davanti il volto di Merlin.
Non sembrava luminescente, né sul punto di svenire. Aveva un’espressione preoccupata, invece.
“Come state?”
Il principe si guardò intorno. Sentiva il rumore delle onde a poca distanza, e la roccia dura, sotto di sé. Si mise a sedere con cautela; si trovavano ancora sulla spiaggia, e il vento trasportava fino a loro qualche sottile spruzzo di schiuma.
“Che diamine è successo?”
“Non ne ho idea. Sono sceso dopo di voi… e vi ho trovato qui svenuto. Forse siete scivolato su uno scoglio bagnato e avete sbattuto la testa.”
Arthur si guardò intorno, gli occhi socchiusi, feriti dalla luminosità del cielo.
Che fosse andata così? Non riusciva a ricordare nulla, a parte che aveva deciso di scendere verso quella spiaggia.
Le immagini del sogno – un sogno così strano – gli vorticavano ancora nella mente, annebbiandogli i pensieri.
“Merlin…”
L’altro gli si avvicinò, sempre preoccupato.
“…ti consideri mio prigioniero? Prigioniero, al castello di Camelot?”
Merlin fece tanto d’occhi, senza sapere cosa dire, ma Arthur proseguì.
“Ho fatto un sogno, adesso. E nel sogno, qualcuno mi ha detto di renderti la libertà… mi chiedo se sia un compito così gravoso, lo starmi accanto come servitore, allora…”
Parlando, il principe si prese la testa tra le mani. Il significato di quel che aveva sognato gli era oscuro, eppure lo opprimeva.
Improvvisamente si alzò.
“Lascia perdere, sto straparlando.” disse, avviandosi verso il mare per sciacquarsi la faccia.
“Arthur… la mia libertà non ha senso, se non è condivisa con voi.” gli rispose a mezza voce Merlin, sincero.
Il principe si fermò, e dopo un istante annuì, sorridendogli.
♠ ♠ ♠
III.
Across the sea
I hear you calling me
for the sake of revenge you command me
this ain’t over
no, it’s never over ***
Mentre Arthur riposava accanto a lui, non ancora ripresosi del tutto dall’incidente, Merlin osservava il mare dov’era sparito lo spirito con cui aveva parlato.
Non che la creatura gli avesse detto niente che lui già non sapeva.
Il tuo destino è stare accanto ad Arthur.
Era difficile comprendere cosa significasse davvero avere un destino, per Merlin.
Era cresciuto in un villaggio di campagna. Per anni, i suoi unici pensieri erano stati i problemi del raccolto, le feste di primavera, il tiro con l’arco assieme ai suoi amici, e… beh, sì. Il piccolo inconveniente del dover nascondere i suoi poteri magici. Eppure, quei poteri erano qualcosa di superfluo, quasi.
Certo, potevano tornare utili, quelle rare volte in cui poteva usarli lontano da occhi indiscreti, per semplificarsi un tantino la vita.
Ma non erano che qualcosa in più, un piccolo e spesso fastidioso particolare che non cambiava quello che lui doveva essere, ovvero semplicemente Merlin, un ragazzo di campagna come tanti altri.
Ora, se fosse stato di indole più riflessiva ed introversa, forse il suo animo sarebbe stato molto più tormentato a causa di quel segreto che doveva nascondere. Avrebbe potuto passare intere nottate ad osservare il soffitto buio della stanza in cui dormiva, chiedendosi perché mai era nato diverso dagli altri, perché mai doveva fingere di essere quel che non era.
Ma la vita di campagna era una vita pragmatica, ed il suo piccolo mistero non gli impediva affatto di viverla appieno; con una madre affettuosa e un amico fidato con cui condividere il suo segreto, Merlin non poteva certo dirsi infelice. Né mai si era posto il problema di chiedersi cosa fosse, per lui, la felicità.
Poi, Camelot.
Di nuovo, da ragazzo di campagna qual era, lo aveva eccitato l’idea di andare a vivere in un posto simile. Una grande città, la capitale di un regno!
…beh, certo, la prima impressione che ne aveva avuto non era stata proprio delle migliori, ma…
Insomma, la sua vita era filata liscia fino a quando non aveva incontrato il Drago.
Una cosa era sapere di possedere poteri anormali e tentare, per proprio conto, di risolvere il problema, ma tutt’altra faccenda era scoprire che quegli stessi poteri fossero solo l’accessorio di una grana molto più grossa, che si chiamava “destino”.
Merlin non era stato addestrato da cavaliere. Non era cresciuto con le orecchie infarcite di paroloni come “onore”, “fedeltà”, “dovere”.
Non avrebbe mai servito un ideale astratto, per il solo motivo che era suo dovere comportarsi così.
Il tuo destino è stare accanto ad Arthur. Stare accanto a lui, finchè non sarà giunto il momento…
Momento di cosa, esattamente? Sembrava che tutti nutrissero grandi aspettative, a riguardo.
Il Drago stesso, sembrava contare su di lui e sui suoi poteri, per tornare alla libertà.
Ma Merlin, in tutta onestà, non aveva davvero idea del proprio compito. D’altrocanto, che cos’era che volevano il Drago e gli altri spiriti? Vendetta, per la prigionia e la persecuzione a cui erano stati sottoposti? Ma la vendetta non poteva portare a nulla di buono… la vendetta avrebbe solo innescato un circolo vizioso, e gli esseri umani avrebbero continuato a odiare gli esseri magici, per sempre.
Merlin non voleva essere parte di tutto questo. Era questa, la vera prigionia, sapere di dover andare incontro ad un destino a lui sconosciuto eppure certo.
Ma se c’era un libertà, era quella della sua scelta di stare accanto ad Arthur. Quella scelta che compiva perché era il suo cuore stesso a rendergliela obbligata.
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*= "Ain't your fairytale" - Sonata Arctica
**= "The cage" - Sonata Arctica
***= "For the sake of revenge" - Sonata Arctica
no subject
Ma perchè non ha commentato nessuno? O_O Cos'è questo menefreghismo di massa?!?
Torniamo alla fic.
Mmh, sai cosa mi ricorda?
Un intermezzo XD
In sè è molto bella da leggere, dà l'idea che presto o tardi Arthur si sveglierà fuori ( ehm...più tardi che presto,mi sa), il che gli fa guadagnare dei punticini *-scemenza+intelligenza*
L'idea dello spirito dell'acqua, il modo in cui l'hai descritto beh...mi ha permesso di vederlo ben delineato in mente, davvero!
Il sogno, invece, è a dir poco "trasognato". Il modo in cui parli della vaghezza con cui Arthur vive il tutto è ciò che più mi ha fatto amare quel momento...
Poi usi i Sonata Artica come citazioni e mi fai lovvare al 100% la fic XD
Quindiiii...
TANTI CUORI ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
no subject
In realtà sono davvero curiosa di scoprire cosa succederà nella seconda serie.. O_o
Suppongo che sia giocoforza che Arthur scopra i poteri di Merlin.. ma.. *curiosissiiiima*
XD ormai i Quori ci invadono, è colpa del fluffathlon!