Like a natural woman
Feb. 17th, 2012 07:55 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Like a natural woman
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Toris (Lituania), Feliks (Polonia), LietPol
Rating: PG
Conteggio parole: 831 (fdp)
Genere: romantico
Avvertenze: gakuen AU, shonen ai
Riassunto: Feliks e Toris stanno ripassando insieme matematica nel giardino della scuola e Toris, come sempre, muore di imbarazzo. Sembra quasi che Feliks ci provi gusto, a farlo arrossire indossando le sue gonne rosa e rimpinzandolo di gelato alla fragola...
Note: scritto per la prima notte bianca del Carnevale delle Lande @
maridichallenge sul prompt di
aerith1992 Hetalia: Axis Powers, Lituania/Polonia "You make me feel like a natural woman". E' un fill scritto in fretta e furia ma siccome oggi è il compleanno di Lituania... buon compleanno, Toris ♥
(PS: la disperazione dello scrittore diventa evidente quando i fill dei prompt recano come titolo il prompt stesso)
Toris si slacciò il primo bottone della camicia. Quel colletto stava diventando proprio troppo, troppo stretto, inoltre, quel pomeriggio di inizio estate era troppo caldo e la gonna di Feliks era decisamente troppo, troppo corta.
Il bruno si guardava attorno a disagio, sventolandosi di tanto in tanto con il quaderno di appunti.
Idea geniale, quella di venire a studiare nel parco della scuola per godersi il sole, davvero. Gettò un'occhiata alle pieghe della gonna di Feliks, a come cadevano morbidamente attorno alle cosce bianche e sottili del ragazzo, e subito tornò a distogliere lo sguardo per interessarsi immediatamente degli esercizi di matematica. Fantastiche le equazioni, davvero.
“Cioè ma tipo, questa X... no ma perché dobbiamo trovarla a tutti i costi, tipo. Cosa fa, cioè, se si nasconde dalla Y ci sarà un motivo. Magari la Y, tipo, è invidiosa della gamba in più della X, perché ne ha quattro invece che tre, tipo, no? E quindi gliela vuole rubare. No cioè guarda che è un problema, cioè, sarebbe assolutamente una cattiveria da parte nostra permettere che tipo, quella brutta Y si rubi la gamba di X e la usi al suo posto, tipo, no?”
Toris osservò Feliks che blaterava mentre si imbottiva di gelato alla fragola. Ogni tanto si chiedeva se, dopotutto, le fragole non gli facessero male. Erano un cibo che spesso causava allergie, no? Chissà, forse gli effetti su Feliks erano diversi da un semplice eritema cutaneo...
“O no, Toris?” fece, allungandogli un cucchiaio di gelato in bocca, che l'altro dovette ingoiare se non voleva rimanere soffocato.
Mentre tossiva ed annuiva per dare ragione a Feliks (non voleva altro gelato, grazie) si trovò a chiedersi perché mai, proprio a lui, unico in tutta la scuola, dovesse essere toccata quella sevizie.
“Perché io, Feliks?” gli chiese ad un tratto.
“Perché tu cosa, tipo?” fece l'altro, indirizzando su di lui lo sguardo dei suoi grandi occhi verdi.
“Voglio dire... perché facciamo sempre i compiti insieme. Perché devo essere io ad aiutarti con matematica, e con scienze, e con storia. Perché per qualsiasi cosa cerchi me... e perché lo fai sempre indossando una gonna rosa?!”
Feliks sbatté le palpebre dalle lunghissime ciglia. “Ma, tipo, non ti piace passare il tempo con me?”
“Non è questo, ma...”
No, amava il tempo speso con Feliks, le strane battute dell'amico... le sue bizzarrie, anche, nonostante lo facessero sentire in imbarazzo. Il problema era proprio questo, il suo imbarazzo: tutte quelle gonne, quelle forcine, quei pizzi, quel trucco rosa... gli altri non sembravano darsene cura, invece. Feliciano, per esempio, o Francis, non ne sembravano mai disturbati. Ludwig era l'unico che arrossiva un po', ma il senpai arrossiva per qualsiasi cosa, quindi non contava. Gilbert non se ne curava, e le ragazze, poi, meglio non parlarne: adoravano Feliks e potevano passare ore a parlare di trucchi, vestiti e scarpe. Inutile dire che il polacco era molto più informato e creativo di alcune di loro, riguardo questo tipo di cose.
E allora, visto che Feliks era così popolare e visto che c'erano così tante persone che, in sua compagnia, non sembravano provare alcun imbarazzo... beh, perché mai doveva essere lui, Toris, a ripassargli la matematica?!
E glielo chiese.
Feliks leccò con fare pensoso il cucchiaio di gelato, e Toris sentì del vapore uscirgli dalle orecchie.
“Sai, credo che sia, tipo, proprio per questo. Perché ti imbarazzi così tanto, cioè, ecco, è carino, davvero. Mi fa sentire... bene, tipo.”
“Ma non fa sentire bene me, lo capisci?!”
“E' che quando diventi tutto rosso, come adesso, tipo, mi fa sentire speciale. Cioè, sai nei telefilm, quelli sugli adolescenti, tipo, che c'è il protagonista, tipo, e la ragazza che tipo gli piace, e lui cioè si imbarazza tantissimo a vederla in minigonna e quando lei si fa tipo tutta truccata e carina e lui cioè non ce la fa, è troppo in imbarazzo, e però capito è una cosa bella perché vuol dire che è innamorato e insomma...”
Nel frattempo, Toris era paonazzo e fumava vapore dalle narici. Lui? Un adolescente innamorato? M-m-m-m-ma...
“Insomma, mi fai sentire come se tipo fossi una ragazza vera, ecco! Cioè, che c'è di male a voler vedere un ragazzo arrossire e tipo imbarazzarsi se ti guarda le gambe?”
Improvvisamente, si avvicinò a Toris (e questo quasi ci rimase) per sussurrargli qualcosa all'orecchio.
“Sai come fa quella canzone, tipo?”
Il bruno scosse la testa. No, non lo sapeva e non sapeva se voleva saperlo!
“You make me feel...” e un brivido corse giù lungo tutta la spina dorsale di Toris, lasciandolo senza fiato “...like a natural woman...”
“F-Feliks, basta, io...”
Si voltò per protestare. Ma da che mondo e mondo, si sa che in queste situazioni, se il qualcuno che ti piace ti sta sussurrando qualcosa di tenero all'orecchio e tu ti volti di scatto, l'attrazione gravitazionale farà sì che, al cento per cento, le tue labbra si scontrino con le sue. E una volta che la gravità avrà fatto il suo lavoro, staccare quelle due bocche così fortemente attratte l'una dall'altra sarebbe un compito molto arduo per chiunque, specie se il primo bacio ha un dolcissimo sapore di fragola.
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Toris (Lituania), Feliks (Polonia), LietPol
Rating: PG
Conteggio parole: 831 (fdp)
Genere: romantico
Avvertenze: gakuen AU, shonen ai
Riassunto: Feliks e Toris stanno ripassando insieme matematica nel giardino della scuola e Toris, come sempre, muore di imbarazzo. Sembra quasi che Feliks ci provi gusto, a farlo arrossire indossando le sue gonne rosa e rimpinzandolo di gelato alla fragola...
Note: scritto per la prima notte bianca del Carnevale delle Lande @
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(PS: la disperazione dello scrittore diventa evidente quando i fill dei prompt recano come titolo il prompt stesso)
Toris si slacciò il primo bottone della camicia. Quel colletto stava diventando proprio troppo, troppo stretto, inoltre, quel pomeriggio di inizio estate era troppo caldo e la gonna di Feliks era decisamente troppo, troppo corta.
Il bruno si guardava attorno a disagio, sventolandosi di tanto in tanto con il quaderno di appunti.
Idea geniale, quella di venire a studiare nel parco della scuola per godersi il sole, davvero. Gettò un'occhiata alle pieghe della gonna di Feliks, a come cadevano morbidamente attorno alle cosce bianche e sottili del ragazzo, e subito tornò a distogliere lo sguardo per interessarsi immediatamente degli esercizi di matematica. Fantastiche le equazioni, davvero.
“Cioè ma tipo, questa X... no ma perché dobbiamo trovarla a tutti i costi, tipo. Cosa fa, cioè, se si nasconde dalla Y ci sarà un motivo. Magari la Y, tipo, è invidiosa della gamba in più della X, perché ne ha quattro invece che tre, tipo, no? E quindi gliela vuole rubare. No cioè guarda che è un problema, cioè, sarebbe assolutamente una cattiveria da parte nostra permettere che tipo, quella brutta Y si rubi la gamba di X e la usi al suo posto, tipo, no?”
Toris osservò Feliks che blaterava mentre si imbottiva di gelato alla fragola. Ogni tanto si chiedeva se, dopotutto, le fragole non gli facessero male. Erano un cibo che spesso causava allergie, no? Chissà, forse gli effetti su Feliks erano diversi da un semplice eritema cutaneo...
“O no, Toris?” fece, allungandogli un cucchiaio di gelato in bocca, che l'altro dovette ingoiare se non voleva rimanere soffocato.
Mentre tossiva ed annuiva per dare ragione a Feliks (non voleva altro gelato, grazie) si trovò a chiedersi perché mai, proprio a lui, unico in tutta la scuola, dovesse essere toccata quella sevizie.
“Perché io, Feliks?” gli chiese ad un tratto.
“Perché tu cosa, tipo?” fece l'altro, indirizzando su di lui lo sguardo dei suoi grandi occhi verdi.
“Voglio dire... perché facciamo sempre i compiti insieme. Perché devo essere io ad aiutarti con matematica, e con scienze, e con storia. Perché per qualsiasi cosa cerchi me... e perché lo fai sempre indossando una gonna rosa?!”
Feliks sbatté le palpebre dalle lunghissime ciglia. “Ma, tipo, non ti piace passare il tempo con me?”
“Non è questo, ma...”
No, amava il tempo speso con Feliks, le strane battute dell'amico... le sue bizzarrie, anche, nonostante lo facessero sentire in imbarazzo. Il problema era proprio questo, il suo imbarazzo: tutte quelle gonne, quelle forcine, quei pizzi, quel trucco rosa... gli altri non sembravano darsene cura, invece. Feliciano, per esempio, o Francis, non ne sembravano mai disturbati. Ludwig era l'unico che arrossiva un po', ma il senpai arrossiva per qualsiasi cosa, quindi non contava. Gilbert non se ne curava, e le ragazze, poi, meglio non parlarne: adoravano Feliks e potevano passare ore a parlare di trucchi, vestiti e scarpe. Inutile dire che il polacco era molto più informato e creativo di alcune di loro, riguardo questo tipo di cose.
E allora, visto che Feliks era così popolare e visto che c'erano così tante persone che, in sua compagnia, non sembravano provare alcun imbarazzo... beh, perché mai doveva essere lui, Toris, a ripassargli la matematica?!
E glielo chiese.
Feliks leccò con fare pensoso il cucchiaio di gelato, e Toris sentì del vapore uscirgli dalle orecchie.
“Sai, credo che sia, tipo, proprio per questo. Perché ti imbarazzi così tanto, cioè, ecco, è carino, davvero. Mi fa sentire... bene, tipo.”
“Ma non fa sentire bene me, lo capisci?!”
“E' che quando diventi tutto rosso, come adesso, tipo, mi fa sentire speciale. Cioè, sai nei telefilm, quelli sugli adolescenti, tipo, che c'è il protagonista, tipo, e la ragazza che tipo gli piace, e lui cioè si imbarazza tantissimo a vederla in minigonna e quando lei si fa tipo tutta truccata e carina e lui cioè non ce la fa, è troppo in imbarazzo, e però capito è una cosa bella perché vuol dire che è innamorato e insomma...”
Nel frattempo, Toris era paonazzo e fumava vapore dalle narici. Lui? Un adolescente innamorato? M-m-m-m-ma...
“Insomma, mi fai sentire come se tipo fossi una ragazza vera, ecco! Cioè, che c'è di male a voler vedere un ragazzo arrossire e tipo imbarazzarsi se ti guarda le gambe?”
Improvvisamente, si avvicinò a Toris (e questo quasi ci rimase) per sussurrargli qualcosa all'orecchio.
“Sai come fa quella canzone, tipo?”
Il bruno scosse la testa. No, non lo sapeva e non sapeva se voleva saperlo!
“You make me feel...” e un brivido corse giù lungo tutta la spina dorsale di Toris, lasciandolo senza fiato “...like a natural woman...”
“F-Feliks, basta, io...”
Si voltò per protestare. Ma da che mondo e mondo, si sa che in queste situazioni, se il qualcuno che ti piace ti sta sussurrando qualcosa di tenero all'orecchio e tu ti volti di scatto, l'attrazione gravitazionale farà sì che, al cento per cento, le tue labbra si scontrino con le sue. E una volta che la gravità avrà fatto il suo lavoro, staccare quelle due bocche così fortemente attratte l'una dall'altra sarebbe un compito molto arduo per chiunque, specie se il primo bacio ha un dolcissimo sapore di fragola.
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Date: 2012-06-20 10:20 pm (UTC)Questa recensione partecipa a Recensioni d'Estate @ maridichallenge (http://maridichallenge.livejournal.com/).
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Date: 2012-06-21 05:36 pm (UTC)