Chissà come sarebbe stato... ♥
May. 9th, 2009 04:09 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Chissà come sarebbe stato... ♥
Fandom: Tsubasa Reservoir Chronicle
Rating: verde
Genere: fluff, fetish?, demenziale?
Personaggi: Fay, Kurogane, Yuui
Summary: Fay gioca a fare Linus dei Peanuts con una maglietta di Kurogane.
Disclaimer: è evidente che non sono miei i personaggi, o TRC avrebbe preso tutt'altra direzione...
Note: one shot, scritta per la prima settimana del Fluffathlon su
fanfic_italia , e per la BDT dell'Horitsubaverse su
horitsubagakuen (# 081, Come?)
Commenti: ambientato nell'Horitsuba-verse.il GdR mi fa malissimo, lo so...
Tutto era cominciato il giorno della festa di inizio anno all’Horitsuba.
Al tradizionale discorso della preside Yuuko (come sempre condito dall’allegro casino degli studenti) era seguito un brindisi, i saluti convenzionali, e poi gli insegnanti e il personale si erano ritirati per un piccolo rinfresco preparato da Yuui.
Quel giorno, Kurogane indossava una bella polo nera, dal colletto perfettamente stirato, con gli orli di un rosso acceso.
In breve, era andata così: Fay gli si era avvicinato, tutto sorridente e propositivo, con un bel piatto di pasticcini e leccornie varie, ed aveva tentato di ficcargliene uno in bocca. Kurogane si era irritato, aveva fatto un movimento brusco, e Fay non era stato abbastanza attento... alla fine, uno dei dolcetti si era spiaccicato sulla maglia di Kurogane, e la crema era colata sul cotone, macchiandolo impietosamente.
Fay, costernato, aveva insistito per portare a casa la polo e lavarla.
Ma poi… poi era successo che ne aveva distrattamente annusato l’odore. La maglia sapeva del profumo di Kurogane, ed era ancora avvolta nel suo tepore.
L’aveva abbracciata, e per un attimo gli era sembrato che fosse proprio lui, ad abbracciarlo.
Chissà come sarebbe stato se lui e Kurogane fossero tornati assieme a casa dopo una festa… si era chiesto improvvisamente.
E la maglia di Kurogane non era più stata lavata, né era stata restituita al legittimo proprietario.
♠ ♠ ♠
Ormai erano settimane che se la portava appresso. Fin dentro al letto, tra le sue braccia.
Quando si svegliava, la mattina, a volte scopriva di averla scalciata fino in fondo al materasso, sotto le lenzuola, altre invece la ritrovava riversa sullo scendiletto, e la raccoglieva e la rassettava immediatamente con fare preoccupato.
Il più delle volte, comunque, la ritrovava ancora stretta a sé.
Spente le luci, la stendeva sul cuscino, accanto al viso, strofinando il naso nel tessuto un po’ ruvido, aspirandone l’odore.
Se la avvolgeva intorno, e ci si rigirava finché non trovava una posizione comoda.
Chissà come sarebbe stato addormentarsi stretto nell’abbraccio di Kurogane… ♥
Fay immaginava due braccia forti, il suo respiro tranquillo che gli smuoveva appena i capelli sulla fronte, il suo profumo tiepido... si stringeva addosso la maglia, accoccolandosi meglio nella comoda e morbida conca che si era scavato nel materasso, e si addormentava.
Quando la mattina andava a scuola, era tentato di infilarsela nella borsa. Si tratteneva solo perché lo imbarazzava troppo l’idea di essere scoperto… non voleva nemmeno provare ad immaginare la reazione di Kurogane nel momento in cui avesse scoperto che quell’idiota del collega di chimica se ne andava in giro con la sua maglietta – sporca, per di più – nella borsa.
…però quando Kurogane era andato ad accompagnare una gita, se l’era portata a scuola.
Nella pausa tra una lezione e l’altra, chiuso nel laboratorio, l’aveva tirata fuori e, mentre osservava il registro dei voti degli studenti, se l’era avvolta attorno alle spalle, carezzandone i lembi con fare distratto.
Chissà come sarebbe stato, se Kurogane fosse venuto a trovarlo in aula durante la pausa…♥
Gli avrebbe circondato le spalle in un abbraccio leggero, posandogli un bacio tra i capelli, e avrebbero commentato insieme come stava andando la giornata di lavoro…
♠ ♠ ♠
Quella sera, Yuui stava ancora rassettando la cucina, e Fay era raggomitolato sul divano davanti alla televisione.
Fuori c’era il temporale, e sentiva freddo.
Le ginocchia strette al petto, prese la maglia e se la mise addosso a mo’ di coperta. Era abbastanza larga da coprirgli le gambe e il naso.
Chissà come sarebbe stato guardare la TV sul divano assieme a Kurogane… ♥
Lui sarebbe stato lì, una lattina di birra in mano, il telecomando nell’altra. Fay gli si sarebbe seduto accanto, raggomitolandosi contro il suo fianco, e allora Kurogane gli avrebbe passato un braccio attorno ai fianchi… Fay gli avrebbe appoggiato la testa sulla spalla, ed avrebbero continuato a fare zapping tra gli inutili programmi serali…
“…cosa stai facendo con quella maglia, adesso?” commentò Yuui, entrando in soggiorno con due tazze su un piccolo vassoio.
La testa bionda e spettinata del gemello sbucò da sotto la polo.
“Aspettavo il thè.”
“Fay, mi inquieta vederti così. Sembri Linus dei Peanuts. Non ricordavo che da bambino ti portassi in giro le lenzuola… com’è che questa mania ti viene fuori adesso? Potresti essere patologico, lo sai?”
Fay fece spallucce e prese la sua tazza fumante, sorseggiandone piano il contenuto.
Chissà come sarebbe stato prendere il thè con Kurogane, la sera… ♥
Yuui si sedette, con un sospiro. Vedere il fratello perso a quel modo nel suo mondo lo preoccupava decisamente.
Lo aveva implorato di fargliela perlomeno lavare, quella maglia… ma no, non si poteva, perché altrimenti poi avrebbe saputo di detersivo, e non del profumo del suo adorato "Kuropon".
Ormai erano quasi tre settimane che andava avanti così… anzi, andava sempre peggio.
Quei due dovevano smetterla di comportarsi come due scolaretti delle medie… occorreva correre ai ripari.
♠ ♠ ♠
Il giorno seguente, Fay finì di lavorare a pomeriggio ormai inoltrato.
Tornò a casa a passo svelto, stringendosi nella giacca: si era messo a tirare un forte vento, che stava velocemente ricoprendo di nuvoloni scuri il cielo, di un blu sereno fino a pochi attimi prima.
Non appena mise piede nell’appartamento, notò che il gemello doveva aver fatto pulizie, ed era sicuramente uscito a far la spesa, visto che aveva trovato la porta chiusa a chiave.
Lasciò la giacca sull’appendiabiti e saltellò fino in camera, abbandonando per terra la borsa, tutto impaziente di riprendere in mano la maglia che aveva lasciato sul letto quella mattina, e che..
…non c’era!
Venne colto dal panico.
La maglietta l’aveva lasciata lì, prima di uscire per andare a lavorare… l’aveva lisciata per bene e stesa sul copriletto… ne era certo… lo faceva ogni giorno…
Sollevò le coperte e il cuscino, si chinò a guardare sotto il letto, aprì tutti i cassetti e le ante dell’armadio, frugando istericamente al loro interno. Ma non c’era.
Si portò una mano al viso, mentre l’ansia gli stringeva lo stomaco.
...Yuui!
Si precipitò in bagno, ma la lavatrice era già stata svuotata.
Corse in soggiorno, e spalancò la finestra, catalogando freneticamente gli indumenti stesi ad asciugare sullo stendino. Un paio di calzini, altri calzini, mutande, mutande, calzini, una sua maglietta, la camicia del fratello, calzini e mutande e ancora calzini… ma la polo nera non c’era!!!
Si sporse per vedere, oltre i vestiti sgocciolanti, le piastrelle del cortile… che fosse caduta di sotto?
Ma si stava facendo buio in fretta, e il lampione dava troppa poca luce perché potesse vedere bene…
Si precipitò giù per le scale, terrorizzato all’idea di non trovarla… ma sotto la finestra non ce n’era traccia.
Perlustrò allora le aiuole – che un colpo di vento l’avesse fatta volare via? – e i cespugli, tentò invano di scorgerne la sagoma tra i rami degli alberi sferzati dal vento, ma senza risultato.
Ormai era buio pesto, e cominciavano a cadere le prime gocce di pioggia gelida. Si spostò un ciuffo di capelli dagli occhi, osservandosi intorno con aria derelitta. Avrebbe potuto continuare le ricerche l’indomani… ma in cuor suo, aveva già detto addio alla maglietta nera.
Mestamente, varcò la soglia dell’ingresso.
Chissà come sarebbe stato dover spiegare a Kurogane che la sua polo era sparita nel nulla…
Sicuramente gli avrebbe dato dell’idiota per il resto della sua vita…
“Mi spieghi che diamine stavi cercando?”
Fay sobbalzò, mentre si rendeva conto solo in quel momento della figura scura e immobile, appoggiata alla parete dell’ingresso buio.
“Hyuuu, Kurorin! Mi hai fatto prendere uno spavento!” esclamò ridacchiando nervosamente.
Freneticamente, cercò a tastoni l’interruttore accanto alla porta.
La luce giallastra e flebile illuminò il viso di Kurogane, su cui era dipinta una strana espressione di a metà tra il divertimento e la disapprovazione...
…e in mano, stringeva la maglietta.
“Ehm, in effetti stavo cercando quella. Dev’essere caduta dallo stenditoio per via del vento…”
Kurogane scosse la testa, avvicinandoglisi.
“Questa non è mai stata lavata.”
Fay sgranò gli occhi. In effetti, il tessuto sembrava asciutto… e l’indice di Kurogane additava impietosamente la macchia di crema ancora visibile sul davanti. …ma allora come…?
In effetti, Kurogane era rimasto abbastanza interdetto, quando, subito dopo pranzo, aveva aperto la porta di casa ritrovandosi davanti uno Yuui rosso in volto, che guardava alternativamente lui e la polo nera che stringeva tra le mani, come se fossero la causa di ogni male. L’insegnante di economia domestica aveva sempre un’aria gentile e imperturbabile… ma, evidentemente, era anche in grado di arrabbiarsi.
“Senti, tu sei già abbastanza matto di tuo, non voglio che questa maglia susciti strani pensieri in quella tua mente perversa… quindi ora me la riprendo.” commentò secco.
Fay abbassò lo sguardo, torcendosi le mani, rosso per l’imbarazzo.
“…mi dispiace. Scusami tanto.”
Dopo qualche attimo di silenzio, girò i tacchi e si avviò verso le scale a testa bassa.
Kurogane sbuffò, raggiungendolo.
“Aspetta… Prendi questa intanto. Con un tempo del genere solo un idiota uscirebbe in maniche corte sotto al temporale…” borbottò, mettendogli sulle spalle la giacca che indossava.
Fay si voltò a guardarlo, stupito. Kurogane guardava ostentatamente in avanti… ma era una sua impressione o… aveva le guance leggermente arrossate?!
La mano che lo aveva coperto non si ritrasse, ma scese – un poco esitante - a cingergli il fianco, e lo strinse a sé.
Kurogane si era domandato più volte come sarebbe stato prendere Fay tra le braccia ed accarezzarlo.
In effetti, era un po’ magro e ossuto, ma i suoi capelli erano morbidi come li aveva immaginati, constatò mentre glieli pettinava con le dita.
“Kurosama…” mormorò Fay, stretto contro di lui.
“Mh?”
“Non la voglio, la tua maglia, se posso portarmi appresso te in carne ed ossa… ♥”
“...ma non dire idiozie!”
Rispose seccato l’altro, dandogli un buffetto sulla testa e scompigliandogli con forza i capelli.
Fay rise deliziato, e strofinò il naso sul suo petto, soddisfatto. La versione reale di Kurogane era calda, profumata e morbida da abbracciare… anche più di come se l’era immaginata.
Fandom: Tsubasa Reservoir Chronicle
Rating: verde
Genere: fluff, fetish?, demenziale?
Personaggi: Fay, Kurogane, Yuui
Summary: Fay gioca a fare Linus dei Peanuts con una maglietta di Kurogane.
Disclaimer: è evidente che non sono miei i personaggi, o TRC avrebbe preso tutt'altra direzione...
Note: one shot, scritta per la prima settimana del Fluffathlon su
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Commenti: ambientato nell'Horitsuba-verse.
Tutto era cominciato il giorno della festa di inizio anno all’Horitsuba.
Al tradizionale discorso della preside Yuuko (come sempre condito dall’allegro casino degli studenti) era seguito un brindisi, i saluti convenzionali, e poi gli insegnanti e il personale si erano ritirati per un piccolo rinfresco preparato da Yuui.
Quel giorno, Kurogane indossava una bella polo nera, dal colletto perfettamente stirato, con gli orli di un rosso acceso.
In breve, era andata così: Fay gli si era avvicinato, tutto sorridente e propositivo, con un bel piatto di pasticcini e leccornie varie, ed aveva tentato di ficcargliene uno in bocca. Kurogane si era irritato, aveva fatto un movimento brusco, e Fay non era stato abbastanza attento... alla fine, uno dei dolcetti si era spiaccicato sulla maglia di Kurogane, e la crema era colata sul cotone, macchiandolo impietosamente.
Fay, costernato, aveva insistito per portare a casa la polo e lavarla.
Ma poi… poi era successo che ne aveva distrattamente annusato l’odore. La maglia sapeva del profumo di Kurogane, ed era ancora avvolta nel suo tepore.
L’aveva abbracciata, e per un attimo gli era sembrato che fosse proprio lui, ad abbracciarlo.
Chissà come sarebbe stato se lui e Kurogane fossero tornati assieme a casa dopo una festa… si era chiesto improvvisamente.
E la maglia di Kurogane non era più stata lavata, né era stata restituita al legittimo proprietario.
♠ ♠ ♠
Ormai erano settimane che se la portava appresso. Fin dentro al letto, tra le sue braccia.
Quando si svegliava, la mattina, a volte scopriva di averla scalciata fino in fondo al materasso, sotto le lenzuola, altre invece la ritrovava riversa sullo scendiletto, e la raccoglieva e la rassettava immediatamente con fare preoccupato.
Il più delle volte, comunque, la ritrovava ancora stretta a sé.
Spente le luci, la stendeva sul cuscino, accanto al viso, strofinando il naso nel tessuto un po’ ruvido, aspirandone l’odore.
Se la avvolgeva intorno, e ci si rigirava finché non trovava una posizione comoda.
Chissà come sarebbe stato addormentarsi stretto nell’abbraccio di Kurogane… ♥
Fay immaginava due braccia forti, il suo respiro tranquillo che gli smuoveva appena i capelli sulla fronte, il suo profumo tiepido... si stringeva addosso la maglia, accoccolandosi meglio nella comoda e morbida conca che si era scavato nel materasso, e si addormentava.
Quando la mattina andava a scuola, era tentato di infilarsela nella borsa. Si tratteneva solo perché lo imbarazzava troppo l’idea di essere scoperto… non voleva nemmeno provare ad immaginare la reazione di Kurogane nel momento in cui avesse scoperto che quell’idiota del collega di chimica se ne andava in giro con la sua maglietta – sporca, per di più – nella borsa.
…però quando Kurogane era andato ad accompagnare una gita, se l’era portata a scuola.
Nella pausa tra una lezione e l’altra, chiuso nel laboratorio, l’aveva tirata fuori e, mentre osservava il registro dei voti degli studenti, se l’era avvolta attorno alle spalle, carezzandone i lembi con fare distratto.
Chissà come sarebbe stato, se Kurogane fosse venuto a trovarlo in aula durante la pausa…♥
Gli avrebbe circondato le spalle in un abbraccio leggero, posandogli un bacio tra i capelli, e avrebbero commentato insieme come stava andando la giornata di lavoro…
♠ ♠ ♠
Quella sera, Yuui stava ancora rassettando la cucina, e Fay era raggomitolato sul divano davanti alla televisione.
Fuori c’era il temporale, e sentiva freddo.
Le ginocchia strette al petto, prese la maglia e se la mise addosso a mo’ di coperta. Era abbastanza larga da coprirgli le gambe e il naso.
Chissà come sarebbe stato guardare la TV sul divano assieme a Kurogane… ♥
Lui sarebbe stato lì, una lattina di birra in mano, il telecomando nell’altra. Fay gli si sarebbe seduto accanto, raggomitolandosi contro il suo fianco, e allora Kurogane gli avrebbe passato un braccio attorno ai fianchi… Fay gli avrebbe appoggiato la testa sulla spalla, ed avrebbero continuato a fare zapping tra gli inutili programmi serali…
“…cosa stai facendo con quella maglia, adesso?” commentò Yuui, entrando in soggiorno con due tazze su un piccolo vassoio.
La testa bionda e spettinata del gemello sbucò da sotto la polo.
“Aspettavo il thè.”
“Fay, mi inquieta vederti così. Sembri Linus dei Peanuts. Non ricordavo che da bambino ti portassi in giro le lenzuola… com’è che questa mania ti viene fuori adesso? Potresti essere patologico, lo sai?”
Fay fece spallucce e prese la sua tazza fumante, sorseggiandone piano il contenuto.
Chissà come sarebbe stato prendere il thè con Kurogane, la sera… ♥
Yuui si sedette, con un sospiro. Vedere il fratello perso a quel modo nel suo mondo lo preoccupava decisamente.
Lo aveva implorato di fargliela perlomeno lavare, quella maglia… ma no, non si poteva, perché altrimenti poi avrebbe saputo di detersivo, e non del profumo del suo adorato "Kuropon".
Ormai erano quasi tre settimane che andava avanti così… anzi, andava sempre peggio.
Quei due dovevano smetterla di comportarsi come due scolaretti delle medie… occorreva correre ai ripari.
♠ ♠ ♠
Il giorno seguente, Fay finì di lavorare a pomeriggio ormai inoltrato.
Tornò a casa a passo svelto, stringendosi nella giacca: si era messo a tirare un forte vento, che stava velocemente ricoprendo di nuvoloni scuri il cielo, di un blu sereno fino a pochi attimi prima.
Non appena mise piede nell’appartamento, notò che il gemello doveva aver fatto pulizie, ed era sicuramente uscito a far la spesa, visto che aveva trovato la porta chiusa a chiave.
Lasciò la giacca sull’appendiabiti e saltellò fino in camera, abbandonando per terra la borsa, tutto impaziente di riprendere in mano la maglia che aveva lasciato sul letto quella mattina, e che..
…non c’era!
Venne colto dal panico.
La maglietta l’aveva lasciata lì, prima di uscire per andare a lavorare… l’aveva lisciata per bene e stesa sul copriletto… ne era certo… lo faceva ogni giorno…
Sollevò le coperte e il cuscino, si chinò a guardare sotto il letto, aprì tutti i cassetti e le ante dell’armadio, frugando istericamente al loro interno. Ma non c’era.
Si portò una mano al viso, mentre l’ansia gli stringeva lo stomaco.
...Yuui!
Si precipitò in bagno, ma la lavatrice era già stata svuotata.
Corse in soggiorno, e spalancò la finestra, catalogando freneticamente gli indumenti stesi ad asciugare sullo stendino. Un paio di calzini, altri calzini, mutande, mutande, calzini, una sua maglietta, la camicia del fratello, calzini e mutande e ancora calzini… ma la polo nera non c’era!!!
Si sporse per vedere, oltre i vestiti sgocciolanti, le piastrelle del cortile… che fosse caduta di sotto?
Ma si stava facendo buio in fretta, e il lampione dava troppa poca luce perché potesse vedere bene…
Si precipitò giù per le scale, terrorizzato all’idea di non trovarla… ma sotto la finestra non ce n’era traccia.
Perlustrò allora le aiuole – che un colpo di vento l’avesse fatta volare via? – e i cespugli, tentò invano di scorgerne la sagoma tra i rami degli alberi sferzati dal vento, ma senza risultato.
Ormai era buio pesto, e cominciavano a cadere le prime gocce di pioggia gelida. Si spostò un ciuffo di capelli dagli occhi, osservandosi intorno con aria derelitta. Avrebbe potuto continuare le ricerche l’indomani… ma in cuor suo, aveva già detto addio alla maglietta nera.
Mestamente, varcò la soglia dell’ingresso.
Chissà come sarebbe stato dover spiegare a Kurogane che la sua polo era sparita nel nulla…
Sicuramente gli avrebbe dato dell’idiota per il resto della sua vita…
“Mi spieghi che diamine stavi cercando?”
Fay sobbalzò, mentre si rendeva conto solo in quel momento della figura scura e immobile, appoggiata alla parete dell’ingresso buio.
“Hyuuu, Kurorin! Mi hai fatto prendere uno spavento!” esclamò ridacchiando nervosamente.
Freneticamente, cercò a tastoni l’interruttore accanto alla porta.
La luce giallastra e flebile illuminò il viso di Kurogane, su cui era dipinta una strana espressione di a metà tra il divertimento e la disapprovazione...
…e in mano, stringeva la maglietta.
“Ehm, in effetti stavo cercando quella. Dev’essere caduta dallo stenditoio per via del vento…”
Kurogane scosse la testa, avvicinandoglisi.
“Questa non è mai stata lavata.”
Fay sgranò gli occhi. In effetti, il tessuto sembrava asciutto… e l’indice di Kurogane additava impietosamente la macchia di crema ancora visibile sul davanti. …ma allora come…?
In effetti, Kurogane era rimasto abbastanza interdetto, quando, subito dopo pranzo, aveva aperto la porta di casa ritrovandosi davanti uno Yuui rosso in volto, che guardava alternativamente lui e la polo nera che stringeva tra le mani, come se fossero la causa di ogni male. L’insegnante di economia domestica aveva sempre un’aria gentile e imperturbabile… ma, evidentemente, era anche in grado di arrabbiarsi.
“Senti, tu sei già abbastanza matto di tuo, non voglio che questa maglia susciti strani pensieri in quella tua mente perversa… quindi ora me la riprendo.” commentò secco.
Fay abbassò lo sguardo, torcendosi le mani, rosso per l’imbarazzo.
“…mi dispiace. Scusami tanto.”
Dopo qualche attimo di silenzio, girò i tacchi e si avviò verso le scale a testa bassa.
Kurogane sbuffò, raggiungendolo.
“Aspetta… Prendi questa intanto. Con un tempo del genere solo un idiota uscirebbe in maniche corte sotto al temporale…” borbottò, mettendogli sulle spalle la giacca che indossava.
Fay si voltò a guardarlo, stupito. Kurogane guardava ostentatamente in avanti… ma era una sua impressione o… aveva le guance leggermente arrossate?!
La mano che lo aveva coperto non si ritrasse, ma scese – un poco esitante - a cingergli il fianco, e lo strinse a sé.
Kurogane si era domandato più volte come sarebbe stato prendere Fay tra le braccia ed accarezzarlo.
In effetti, era un po’ magro e ossuto, ma i suoi capelli erano morbidi come li aveva immaginati, constatò mentre glieli pettinava con le dita.
“Kurosama…” mormorò Fay, stretto contro di lui.
“Mh?”
“Non la voglio, la tua maglia, se posso portarmi appresso te in carne ed ossa… ♥”
“...ma non dire idiozie!”
Rispose seccato l’altro, dandogli un buffetto sulla testa e scompigliandogli con forza i capelli.
Fay rise deliziato, e strofinò il naso sul suo petto, soddisfatto. La versione reale di Kurogane era calda, profumata e morbida da abbracciare… anche più di come se l’era immaginata.
no subject
Date: 2009-05-10 05:52 pm (UTC)...probabilmente Yuui s'è sfogato su Shaoron :'D
no subject
Date: 2009-05-10 07:52 pm (UTC)SHIIIII!!!