lontano_lontano: (papavero)
lontano_lontano ([personal profile] lontano_lontano) wrote2009-05-22 09:25 pm

4.00 AM

Titolo: 4.00 AM
Fandom: originale - Papavero's world (XD ma che è?!)
Rating: giallo
Beta: [livejournal.com profile] pinkabbestia
Genere: introspettivo, vagamente angst?, fluff (il finale)
Personaggi: Papavero, Lea
Summary: essere un ispettore privato può portarti a svolgere compiti ingrati.
"Aveva superato da tempo i momenti in cui si dava del maniaco guardone… il lavoro era lavoro.
Ma si sentiva in colpa. Si sentiva come se avesse dovuto essere profondamente disgustato da quello che stava facendo, da quello che stava succedendo."

Conteggio parole: 1930 ca (Word)
Disclaimer: e per una volta sono MIEI!!!
Note: scritta per la terza settimana del Fluffathlon su [livejournal.com profile] fanfic_italia - hurt/comfort, prompt: "I will guard you with my bright wings / Stay till your heart learns to see all love can be" - All love can be, Charlotte Church
Commenti: oddio il battesimo di Oppio Papavero! Ehm... spero non vi deluda troppo. ^^' Credo vada considerato come una sorta di "episodio pilota"...?




Ore 23.44.
Dopo essere usciti dal ristorante, la Sig.ra X e il sig. Z sono saliti sulla Volvo dell’uomo,
per tornare al parcheggio dove precedentemente la sig.ra X aveva lasciato la sua Punto. Hanno raggiunto il parcheggio una mezz’ora dopo circa.
Prima di congedarsi, i due si sono trattenuti nella di lui auto per scambiarsi effusioni.


Papavero distolse lo sguardo dal piccolo block notes che teneva in mano e lo spostò sul quadrante dell’orologio. Attraverso i rami bassi e il fogliame sparuto, la luce gialla del lampione filtrava fino al suo nascondiglio in mezzo agli alberi.
Erano le due.
Eh, chiamale effusioni... La testa della signora era da tempo sparita sotto il livello del finestrino, e non accennava a riemergere.
Si accovacciò, stirando le braccia e poggiando sconsolato la testa sulle ginocchia. Era dalle otto di sera che le stava appresso, ed era già un’ora e mezza che se ne stava lì, nascosto in mezzo agli alberi e agli arbusti che crescevano lungo il terrapieno. E lo spettacolo non era abbastanza interessante da impedirgli di annoiarsi.

Aveva superato da tempo i momenti in cui si dava del maniaco guardone; il lavoro era lavoro.
Ma si sentiva in colpa. Si sentiva come se avesse dovuto essere profondamente disgustato da quello che stava facendo, da quello che stava succedendo. Eppure, la cosa gli scivolava addosso, come gocce d’acqua su un impermeabile di plastica. Bastava scuoterlo, per liberarsene in un istante… oppure tenerlo addosso, ed essere consapevoli della pioggia attorno, anche se questa non bagnava.

Sia il Sig. Z che la Sig.ra X erano sposati con figli.
Non che li volesse giudicare in alcun modo, ma non poteva astenersi dal pensare che fosse squallido… Squallido, nel caso in cui fossero scappati l’una nelle braccia dell’altro unicamente per noia, per sfuggire alla routine famigliare.
Squallido anche nel caso che entrambi fossero davvero…innamorati? Se due persone si amano, non è proprio la cosa migliore al mondo dover guidare fino a fuori città e appartarsi in un buio e sperduto parcheggio, per riuscire a trovare un po’ d’intimità.
Squallido soprattutto perché rivedeva il se stesso del passato in momenti che preferiva non ricordare.
…e in realtà quelle due persone nell’auto non avevano proprio nulla di squallido.
La tristezza e lo schifo che provava erano per se stesso, e la coppia aveva come unica colpa il fatto di fare da specchio a quel lato della sua anima.


Si dondolò sulle caviglie, giocherellando con le foglie secche che ricoprivano il terreno. Aprì e richiuse il monitor della telecamera, ora spenta.
Ormai era più di un anno che lavorava seriamente come investigatore privato, e si domandava quando gli sarebbe capitato il glorioso momento in cui avrebbe beccato in flagrante la moglie o il marito di qualcuno che conosceva e gli stava antipatico… in effetti, lo pregustava.
Mentre non avrebbe mai voluto trovarsi nei panni del collega di suo padre, quella volta...
Quella volta, la cliente era una signora molto gelosa (e ne aveva ben ragione, eh) che sospettava che il marito la tradisse. Il sospetto era fondato, e il povero investigatore aveva scoperto di conoscere l’amante dell’uomo. E fin troppo bene il marito dell’amante.
Ogni volta Papavero si chiedeva come avesse fatto a farsi beccare, sua madre. Era moglie di un investigatore privato, doveva saperle, certe cose.
O forse, in fondo, le aveva fatto comodo far finire così il matrimonio. Si era tolta il disturbo di essere lei, la prima a chiedere la separazione.

Si alzò per stirare di nuovo le gambe.
La nottata era calma, anche se faceva un certo freddo. Non un’auto sulla strada da almeno tre quarti d’ora. Tornò ad accovacciarsi, il taccuino tra le mani, reprimendo uno sbadiglio.

***

Ore 3.17.
La sig.ra X è risalita sulla sua auto e insieme le due macchine sono uscite dal parcheggio, dirigendosi entrambe verso la città.
La Volvo del signor Z ha imboccato la tangenziale, mentre la Punto della signora ha proseguito verso il centro storico, fino all’abitazione.


Finì di scrivere quelle scarne righe proprio mentre la porta dell’ascensore si apriva sul suo pianerottolo.
Con fatica inserì la chiave nella serratura della blindata, ma non la trovò chiusa con le sue solite quattro mandate.
Non si stupì, e quando accese l’interruttore dell’ingresso vide, come si era aspettato, un paio di ballerine nere abbandonate vicino alla soglia. Dalla porta a vetri del soggiorno filtrava la luce azzurrina del televisore.
Si tirò dietro la blindata, sobbalzando quasi al rumore che questa produsse sbattendo, e chiuse a chiave con fare svogliato.
“Lea, ci sei?”
Nessuna risposta.
Si sbottonò con calma l’impermeabile, e lo appese. Lo specchio dell’ingresso, vicino all’appendiabiti, gli restituì un’immagine del suo aspetto di cui avrebbe preferito non essere consapevole; i capelli rossi scarmigliati dal vento, il viso pallido e, sotto gli occhiali sottili, due occhiaie viola che si confondevano con le lentiggini sul suo volto. Un accostamento di colori tutt’altro che sano.
Si sfilò le scarpe piene di terra con anche maggiore lentezza, e si trascinò in soggiorno.
Lea era rannicchiata sul divano, semiavvolta in una coperta, una mano abbandonata oltre il bordo, e la bocca semiaperta. Minuta com’era, il divano la conteneva tutta comodamente.
Di fronte a lei, lo schermo della TV era azzurro, e il lettore dvd si era spento.
Evidentemente, si era addormentata prima della fine del film.
Papavero prese il telecomando e spense il televisore, il dvd lo avrebbe recuperato il giorno dopo…
Alle sue spalle, Lea si mosse, mugugnando qualcosa prima di aprire gli occhi.
“Uh.. Pavy.. sei tornato..” mormorò, la voce impastata dal sonno, mentre si strofinava gli occhi con quelle sue manine curate e infantili.
Si mise a sedere, guardandosi intorno come se vedesse Papavero e quel soggiorno per la prima volta in vita sua.
“Com’è andato il lavoro? Vuoi una camomilla?” chiese automaticamente.
Il giovane lanciò un’occhiata al display del lettore. Le cifre azzurrine erano disposte a comporre la lapidaria scritta 4.00 AM.
“Ancora un pochino, e mi servirà un bel caffè, piuttosto… sono le quattro del mattino. E mi aspetta una giornata in agenzia.”
Lea sbadigliò, ravviandosi all’indietro i folti capelli neri che ricadevano sul viso.
“Piuttosto, che ci fai qui? Hai litigato con Elia?”
Quella di Papavero era una domanda retorica. Se fosse successo qualcosa di grave, sarebbe stata lei a raccontarglielo. Altrimenti, non serviva che Lea giustificasse la sua presenza in casa sua.
“Mmh.. Stava fuori a dormire, stanotte. E quindi ho pensato di venire qui.”
Papavero si sedette accanto a lei sul divano. Sprofondò nei cuscini, lasciandosi avvolgere dal calore trattenuto dalla stoffa, improvvisamente colto dalla sonnolenza.
“Vuoi qualcosa da mangiare?”
“Ho mangiato un panino mentre aspettavo fuori dal ristorante.”
“Dev’essere orrendo starsene a mangiare chiusi in auto, mentre quella gente va a farsi cenette lussuose e romantiche al lume di candela.”
Papavero storse la bocca in un mezzo sorriso. “Intanto i video compromettenti li ho io.”
Lea si stiracchiò, abbandonandosi contro lo schienale.
“Sicuro di non volere niente?”
Papavero chiuse gli occhi, scuotendo lentamente la testa. La stanchezza lo stava seppellendo.
Rimasero così per qualche minuto, la testa abbandonata all’indietro, le palpebre socchiuse, entrambi incerti se farsi o meno avvolgere dal sonno.
“Che schifo, comunque.” fu l’improvviso e sussurrato commento di lui.
“Mmh?”
Papavero si portò una mano al viso, pettinandosi i riccioli con le dita. Aveva bisogno di una lunga doccia.
“Che si sposano a fare, mi chiedo, se poi devono divorziare? Le cerimonie costano, oltretutto. E anche gli avvocati.”
“Guarda che pagano anche te.”
“Sì, certo. Ma intanto, tra due giorni il cliente torna dal suo viaggio di lavoro, e io devo spiegargli che sua moglie spompina allegramente il suo capo nei parcheggi semideserti… non so se mi ci abituerò mai, a questi aspetti del lavoro.”
Ora stavano entrambi con gli occhi ben spalancati a fissare il soffitto nero.
Passò ancora qualche tempo, prima che Papavero parlasse di nuovo.
“E’ ben uno schifo, comunque. E la cosa più assurda è che io sono ancora qui a chiedermi perché mai la gente si sposa e poi si lascia… Perché la gente smette di amare, Lea, mh?”
La ragazza si voltò lentamente verso l’altro, ma il giovane non stava guardando lei.
Aveva le sopracciglia aggrottate, lo sguardo perso nel buio della stanza. In quel momento, stava vedendo altre cose.
“E quando la gente smette di amare, se ne va.”
Lea rimase in silenzio. Non serviva una risposta; del resto, non era affatto in grado di darne una, né Papavero si aspettava che lei dicesse nulla.
“Tra l’altro, se uno se ne va, ma puoi ancora vederlo in giro, te la puoi prendere con lui. Se uno sparisce per sempre, invece, che cosa puoi fare…?”
Erano argomenti triti e ritriti, su cui in passato avevano speso entrambi cascate di parole e lacrime. Lui, per chi se n’era andato; lei, perché Papavero avrebbe voluto seguirlo. Seguirlo in un viaggio di sola andata.
Lea prese tra le mani un cuscino. Erano le quattro del mattino passate, e lui era esausto, dopo una nottata di lavoro. Non era il momento di conversazioni simili… e in ogni caso, lei non aveva né la forza né le idee per replicare.
Il cuscino si abbatté con forza su Papavero.
“Ehi!”
Saltata in ginocchio sul divano, Lea continuò a colpirlo.
“Battaglia di cuscini!!!” esclamò ridendo, improvvisamente sveglissima.
“Ma..” la replica del giovane venne soffocata da una cuscinata. A quel punto, fu costretto a passare al contrattacco. Riuscì per miracolo a togliere gli occhiali e metterli in salvo sul tavolino, prima di dedicarsi anima e corpo alla lotta.
Vennero scambiati un bel po’ di colpi, e i due combattenti caddero entrambi sul pavimento. Poltrone e divano vennero usati come scudi e fortini, e i cuscini come bombe a mano.
Alla fine, Papavero strisciò fuori dal suo nascondiglio a gattoni e, ignorando i proiettili, raggiunse Lea, togliendole di mano l’ultimo cuscino che le rimaneva.
Trattenendo una risata, la abbracciò e la costrinse a terra, mentre lei si divincolava e lanciava gridolini di protesta.
“Quanta violenza a quest’ora della notte!”
Lea lo trascinò sul pavimento e rotolarono insieme sul tappeto, facendosi il solletico e soffocando a stento le risate.
Quando furono entrambi senza fiato, si ritrovarono di nuovo a fissare il soffitto buio, il battito cardiaco accelerato e gli occhi umidi.
“Non abbiamo più l’età per queste cose…”
“Macché. Sei tu che lavori troppo.”
Lea accarezzò i capelli di Papavero, la cui nuca era comodamente abbandonata tra la spalla e l’incavo del suo collo. Sapevano di vento e di aria autunnale.
Da quanti anni si conoscevano, ormai? Tredici, quattordici?
Un tempo in cui avevano imparato a conoscersi e a rendere superflue le parole. La ragazza aveva seguito innumerevoli pensieri lungo i contorti percorsi della mente di Papavero, esplorato a tentoni i lati bui della sua anima, tentando di portarvi luce.
Purtroppo, era consapevole di non essere lei la cura per il dolore che ancora lo tormentava. Ma quando questo tornava a farsi acuto, aveva perlomeno imparato cosa fare per strappargli una risata.
Un mero palliativo?
La mano di Papavero raggiunse la sua, stringendogliela per un breve attimo. Lea sorrise, avvolgendosi uno dei suoi riccioli attorno alle dita.
“Ehi, andiamo a letto, prima di addormentarci qui per terra.”

Si trascinarono lentamente fino alla sua stanza, e prima di chiudere la porta lui le allungò un rapido bacio sulla fronte, e Lea sorrise.
“Buona notte.”

No, Papavero aveva bisogno di lei.
Un luogo dove potesse riposarsi e lasciare che qualcuno confortasse il suo cuore, pesante eppure delicato come cristallo sottile. Qualcuno che sapeva come toccarlo, e che mai l’avrebbe infranto.
Un nido dove rifugiarsi, finché non fosse stato pronto a guadagnare nuovamente il cielo.


**end**




Note: grazie mille a Dery per avermi suggerito il nome di Elia! *O*
 

[identity profile] kuran-yuuki.livejournal.com 2009-05-22 08:23 pm (UTC)(link)
Papavero ha superato la prova! *Fa il pollice alto*

[identity profile] lontano-lontano.livejournal.com 2009-05-22 09:13 pm (UTC)(link)


E presto o tardi arriverà anche lo slash ù__ù

[identity profile] neera-pendragon.livejournal.com 2009-05-22 09:01 pm (UTC)(link)
*legge tra una crackosità di msn e l'altra*
AdoVabile, mia caVa!
Questo fandom originale è davvero carino, m'ispira proprio tanto...mi raccomando scrivi ancora su di loro!
Certo che, in effetti, il lavoro dell'investigatore privato sotto questi aspetti è davvaro deprimente. O non tanto deprimente, logorante, ecco...
Tanti cuori a questa nuova nascita!
Questo prompt ha portato molte novità! ^.-

[identity profile] lontano-lontano.livejournal.com 2009-05-22 09:12 pm (UTC)(link)
Mah, non lo so..
*per ora si diverte a leggere le relazioni*

Oh, sì *O* però per scrivere la storia che ho in mente devo prima documentarmi -__-
Questi bimbi vogliono altra vita ♥

[identity profile] luci-ed-ombre.livejournal.com 2009-05-22 10:46 pm (UTC)(link)
anche perchè voglio capire meglio il background, sono colma di curiosità!
Non puoi lasciarmi nella fame çOç
Non con gli esami alle porte che mi minacciano!

[identity profile] lontano-lontano.livejournal.com 2009-05-24 11:05 am (UTC)(link)
La mia creatività sotto esami muore. .__.

[identity profile] dery-chan.livejournal.com 2009-05-22 10:11 pm (UTC)(link)
awww è davvero bella questa storia *__* mi ha coinvolto subito ed è molto piacevole da leggere!^O^ <333

[identity profile] lontano-lontano.livejournal.com 2009-05-22 10:22 pm (UTC)(link)
^3^ mi fa piacere!!!

[identity profile] pinkabbestia.livejournal.com 2009-05-23 08:49 am (UTC)(link)
I tuoi avatar sono graziosi come la tua storia! *fa tanti cuori*. Naturalmente, aspetterò con ansia lo slash XD

[identity profile] lontano-lontano.livejournal.com 2009-05-24 11:06 am (UTC)(link)
Awwww *orgogliosa dell'icon*

A___A se riesco a scrivere la storia, sfogherò molti pensieri perversi *annuisce*

[identity profile] masuko.livejournal.com 2009-05-23 12:35 pm (UTC)(link)
Checcariiiiiniiiiiiii!!! Mi hai messouna curiosità addosso che non hai idea! Ora voglio proprio leggere qualcosa su questa personcina **

[identity profile] lontano-lontano.livejournal.com 2009-05-24 11:07 am (UTC)(link)
Grazie çOç
Davvero, questo mi incoraggia molto! Non vedo l'ora di poter iniziare a scrivere! >3< ♥

[identity profile] masuko.livejournal.com 2009-05-24 01:38 pm (UTC)(link)
Oh, suvvia, per così poco ^^
E poi a me piace come scrivi ^^ mette un sacco di curiosità!!!

[identity profile] harriet-yuuko.livejournal.com 2009-05-24 03:19 pm (UTC)(link)
Mi piace, questo omino un po' angst che fa un mestiere tanto affascinante. Ho sempre apprezzato la tematica del dover indagare nelle vite altrui, con l'inevitabile confronto con la propria, e direi che l'hai sviluppata bene.
Ed il rapporto e la confidenza con Lea sono fluffosi in maniera tenerissima.
Aspetto altri episodi...

[identity profile] lontano-lontano.livejournal.com 2009-05-24 08:14 pm (UTC)(link)
Grazie mille!
Sono contenta che sia passato qualcosa di lui e di Lea da questo breve racconto.. ^3^
Anch'io non vedo l'ora di dedicargli altro tempo!

[identity profile] akisame-chan.livejournal.com 2009-05-28 04:25 pm (UTC)(link)
Mi fa davvero piacere leggere finalmente qualcosa su Oppio ehm, Papavero, che finora era rimasto unicamente un disegno con appiccicati nome e professione... XD
Questa storia mi sembra un'ottima partenza. È scritta molto bene, e mi pare che non ci siano neppure i soliti errori di distrazione. ^_^ (Ok, questa me la potevo risparmiare. u__u' XD) E mi è piaciuto il contrasto tra il freddo della prima parte e il calore della seconda (che comincia con il ritorno a casa e soprattutto con le cuscinate... XD)... ^_^
Fluffosisshima la battaglia di cuscini... ^w^ Ma chi è esattamente Lea? *.* *curiosa* (E perché kiwi lo chiama Pavy?! ù.u* Si chiama Oppio!!!) E chi è che Pavy-chan ha perso? ç.ç *curiosacuriosacuriosacuriosissima* Voglio saperne di piùùùùù... TT^TT (ma tua è la storia, e di conseguenza è tua pure la scelta degli spoiler da rivelare...)
Uhm... È normale che Papavero mi ricordi vagamente Subaru? O.ò' (Probabilmente è tutta una mia fantasia... XD)

[identity profile] mystofthestars.livejournal.com 2009-05-28 07:56 pm (UTC)(link)
XD
Per gli errori di distrazione, evidentemente sono migliorata nel tempo ù__ùV

Aww, sì, il contrasto era necessario.. anche perchè sennò non c'era proprio niente di fluff! XD
Lea è la migliore amica di Papavero - vabbeh, e fin qui.. chi è esattamente si spiegherà col tempo ovvero quando scriverò ancora XD, in ogni caso si conoscono da quando erano ragazzini.
Uuh, la triste storia di Pavy verrà narrata con dovizia di particolari, ma tutto a tempo debito ù__ù

uhm, Subaru.. O_o Non ci avevo pensato, sai? però forse può un po' assomigliare al Subaru di X.. oddiooooo!!! Però.. però no, dai. @___@

[identity profile] akisame-chan.livejournal.com 2009-06-04 06:35 am (UTC)(link)
XD

Della serie "adattiamo a tutti i costi una ff al prompt", insomma... XD XD XD
Cosa significa "a tempo debito"? Voglio dire, tra una settimana, tra un mese, tra un anno...? ç_ç Sono troppo curiosaaaaaa... T^T

Non ci avevi neppure pensato? XD XD Eppure gli assomiglia un bel po'... a parte nell'aspetto... XD Però... ehm... spero che non finisca come lui. ç_ò"

[identity profile] mystofthestars.livejournal.com 2009-06-04 07:53 am (UTC)(link)
Oh XD
Beh nn lo so.. dipende tantissimo dagli esami sigh.. ;___;

No comunque, non finià come lui. Credo. (anche se ammetto di avere un debole per i finali tristi... ma...)

[identity profile] akisame-chan.livejournal.com 2009-06-04 04:19 pm (UTC)(link)
Vero... meglio pensare prima a quelli. o__ò'

No, per favore, non mi sembra il caso... '''_'''